LONDRA (Reuters) - La flessione del settore manifatturiero della zona euro si è attenuata il mese scorso, suggerendo che il peggio potrebbe essere passato malgrado la domanda si sia indebolita ai minimi da quasi un anno.
La Germania, prima economia europea, è rimasta un'eccezione negativa tra i grandi attori, alimentando probabilmente la discussione sul fatto che sia 'il malato' della regione nonostante sia una delle economie più diversificate.
L'indice definitivo dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers' Index, Pmi) della zona euro, a cura di S&P Global, è salito a un massimo di tre mesi di 43,5 in agosto, rispetto a 42,7 di luglio, anche se al di sotto di una lettura preliminare di 43,7. Una lettura inferiore a 50 indica una contrazione dell'attività.
L'indice che misura la produzione, incluso nel Pmi composito in agenda martedì e considerato un buon indicatore della salute economica della zona euro, è salito a 43,4 da 42,7.
"Questi numeri non sono così terribili come potrebbero sembrare a prima vista", ha detto Cyrus de la Rubia, capo economista di Hamburg Commercial Bank.
"Tutti i dodici sottoindici si sono mossi verso l'alto o sono rimasti praticamente invariati, dimostrando che la tendenza al ribasso degli ultimi mesi sta iniziando a perdere vigore su tutta la linea".
Tuttavia, l'indice dei nuovi ordini è sceso marginalmente a 39,0 da 39,1, il secondo valore più basso da quando la pandemia di Covid si è estesa a livello globale.
I costi di produzione si sono contratti per il sesto mese e le fabbriche hanno nuovamente trasferito parte di questi risparmi ai consumatori, una notizia probabilmente gradita ai membri della Banca centrale europea che finora non sono riusciti a riportare l'inflazione all'obiettivo.
Secondo una stretta maggioranza di economisti intervistati da Reuters, la Bce dovrebbe sospendere gli aumenti dei tassi di interesse questo mese, ma li aumenterà ancora una volta quest'anno, portando il tasso di deposito al 4,00%.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)