---------------------------------------------------------------- INDICE ORE 8,30 VAR% CHIUSURA 2008 MS A-P exJ <.MIAPJ0000PUS> 244,19 +0,62 247,35 HONG KONG <.HSI> 13.496,10 +0,30 14.387,48 SINGAPORE <.FTSTI> 1.683,24 +0,60 1.761,56 TAIWAN <.TWII> 5.210,84 +0,09 4.591,22 SEOUL <.KS11> 1.206,26 +0,73 1.124,47 SHANGHAI COMP <.SSEC> 2.351,609 -0,27 1.820,80 SYDNEY <.AXJO> 3.582,10 -0,62 3.722,30 INDIA <.BSESN> 9685,69 +1,23 9.647,31 ----------------------------------------------------------------
MILANO, 31 marzo (Reuters) - Soltanto Sydney e Shanghai stamane si sottraggono al cauto recupero dei listini asiatici che si mantengono comunque deboli, tirati da un lato dalle cattive notizie provenienti dall'America, dall'altro dall'attesa per il nuovo piano giapponese di stimolo all'economia.
Sono SEUL <.KS11> e la borsa INDIANA <.BSESN> a mettere a segno il rialzo più consistente, mentre SYDNEY <.AXJO> cede intorno allo 0,6%.
Intorno alle 8,30 l'indice Msci <.MIAPJ0000PUS>, che non comprende il Nikkei <.N225> giapponese, segna un rialzo dello 0,6% circa, mentre il Nikkei <.N225> di Tokyo non è riuscito a mentenere il recupero segnato nel corso della seduta, chiudendo in calo dell'1,54%.
Tra i singoli listini, sale la borsa INDIANA <.BSESN> all'indomani del maggior calo giornaliero in quasi tre mesi. Bene anche SEUL <.KS11> che chiude marzo guadagnando il 13,5% e segnando il maggior recupero in un solo mese dal novembre 2001, con Hyunday Motor <005380.KS> che sale del 4,7%.
A HONG KONG <.HSI> resta sotto pressione Hsbc <0005.HK> mentre Esprit <0330.HK> viene penalizzata dal calo degli ordinativi in Europa.
Sono invece i finanziari a brillare a TAIWAN <.TWII>, senza tuttavia riuscire a spingere troppo la borsa: a suscitare fiducia è la notizia, riportata dai media locali, sulla possibilità per le banche dell'isola di aprire succursali in Cina a partire dalla seconda metà del 2009.
A SYDNEY <.AXJO> i più bastonati sono i titoli minerari, colpiti dal calo dei prezzi delle commodities in tempo di crisi, ma pesano anche gli umori negativi provenienti dagli Usa.
"C'è nervosismo... Tutti gli occhi sono puntati ancora sul comparto auto Usa. Se (GM e Chrysler) andassero in bancarotta la reazione, dal punto di vista della fiducia, sarebbe violenta", commenta Lisa Jarvis di Abm Amro Morgans.