ROMA (Reuters) - Il consiglio dei ministri si riunirà domani pomeriggio per l'esame del nuovo quadro macroeconomico e di finanza pubblica, mentre ancora si discute sulle coperture della manovra da 3,4 miliardi promessa all'Europa.
Secondo una fonte governativa, "non si può escludere che la manovra slitti a mercoledì o giovedì".
La correzione serve a ridurre già quest'anno di 0,2 punti di Pil il deficit strutturale, calcolato al netto del ciclo e delle una tantum.
A livello di indebitamento nominale l'impatto è inferiore (2,4 miliardi): un miliardo infatti è reimpiegato per finanziare la ricostruzione delle aree colpite dai terremoti che hanno distrutto il Centro Italia.
Il nodo riguarda le coperture: i parlamentari più fedeli all'ex premier Matteo Renzi sono contrari ad un aumento delle imposte indirette e spronano l'esecutivo a rafforzare le misure contro l'evasione.
Il quadro previsivo non subirà grandi stravolgimenti rispetto alle ultime stime di settembre.
L'obiettivo di crescita del 2017 dovrebbe essere confermato a +1% secondo quanto spiegato l'8 aprile da Enrico Morando, vice ministro Pd dell'Economia. I proventi da privatizzazioni scenderebbero a 0,3/0,4 dal 0,5% del Pil.
Come per la manovra correttiva, il confronto fra governo e maggioranza non è tanto sui numeri quanto sulle misure in cantiere per raggiungere gli obiettivi.
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, punta a rilanciare la riforma del catasto ma nel Pd i renziani sono contrari, perché avvicinare le rendite immobiliari ai valori di mercato significa aumentare le tasse per alcuni contribuenti.
Suscitano malumori anche la cessione del 30% residuo di Poste (MI:PST) così come la quotazione di Ferrovie.
Di fronte a queste difficoltà, secondo indiscrezioni stampa l'esecutivo starebbe pensando a cedere una quota della Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro con oltre l'80% del capitale.
Un altro nodo riguarda il bilancio del 2018, quando occoreranno 20 miliardi per disinnescare gli aumenti già previsti di Iva e accise a garanzia dei saldi, le cosiddette clausole di salvaguardia.