di Gavin Jones e Giuseppe Fonte
ROMA (Reuters) - Il governo punta sul 'decreto crescita' per tener fede agli obblighi assunti con l'Europa senza ricorrere ad una manovra correttiva.
Gli effetti espansivi attesi dal nuovo pacchetto di misure inducono il Tesoro a elaborare stime di crescita più ottimistiche rispetto a quelle dei principali previsori nazionali e internazionali, riferiscono fonti governative e politiche.
Il provvedimento sarà esaminato venerdì in consiglio dei ministri, al ritorno dalla missione in Asia del ministro dell'Economia, Giovanni Tria.
Il testo, di cui Reuters ha letto una copia, contiene lo sblocco di 450 milioni per gli investimenti di Province e comuni, nuove semplificazioni in materia di appalti e la reintroduzione del super-ammortamento al 130% sull'acquisto di beni strumentali.
Tesoro e ministero dello Sviluppo lavorano inoltre alla proroga al 2023 dal 2020 del credito fiscale in ricerca e sviluppo, a misure per facilitare le cartolarizzazioni di inadempienze probabili e al rafforzamento del sistema di garanzie pubbliche sui finanziamenti alle imprese.
Nelle prossime due settimane il governo aggiornerà stime di crescita, deficit e debito con la pubblicazione del Documento di economia e finanza.
Atteso entro il 10 aprile, il Def porrà le basi del nuovo confronto con l'Europa dopo l'accordo di dicembre, che nell'immediato ha evitato all'Italia di finire sotto procedura d'infrazione. [nL8N1YO3XM]
Il governo si è impegnato a mantenere l'indebitamento netto del 2019 entro il 2,04% in rapporto al reddito nazionale. Il target si basa su una crescita prudenziale di 0,6 punti (il Pil programmatico è stato invece fissato a +1%). Ma l'economia italiana è entrata in recessione nel secondo semestre del 2018 e il negativo effetto di trascinamento sul 2019 ha compromesso gli obiettivi.
Il peggioramento della congiuntura rende inevitabile rivedere al ribasso le stime. Ciò nonostante, il ministero dell'Economia continua a ritenere che il 2019 sarà un anno di crescita, anche per via dei più recenti e meno negativi dati macroeconomici.
"C'è sentore che il peggio sia alle spalle", dice una delle fonti.
I tecnici di Via XX Settembre non escludono neppure che il prodotto interno lordo possa risultare piatto o lievemente positivo nel primo trimestre. Un risultato che, se confermato, sancirebbe la fine della terza recessione in circa dieci anni.
Il lascito di fine 2018 si farà comunque sentire. Due fonti riferiscono che le ultime proiezioni del ministero indicano per il 2019 una dinamica "poco sopra lo zero" in termini tendenziali, cioè senza assumere gli effetti delle misure allo studio.
Tenendo conto del 'decreto crescita' e di altri provvedimenti in via di definizione, come lo 'sblocca cantieri', l'attività economica potrebbe mostrare una crescita vicina al +0,6% su cui è basato il deficit al 2,04%, spiega in particolare una fonte.
In ogni caso, il ministero dell'Economia sottolinea da settimane che gli impegni con l'Europa sono definiti in termini di variazione del netto strutturale, depurato degli effetti del ciclo e delle una tantum.
Un deficit nominale più alto del 2,04% non implica necessariamente censure europee, se la deviazione è dovuta alla congiuntura economica, ha detto Tria alla Camera il 20 febbraio.