MILANO (Reuters) - Arriva anche per la Commissione europea il turno di correggere al ribasso la previsione sulla crescita italiana di quest'anno, senza però che si deteriori anche quella sul prossimo.
La proiezione Ue aggiornata con le odierne stime di primavera si posiziona sul Pil 2016 a +1,1%, collocandosi tra l'1,2% del Def e l'1% dell'ultima valutazione Fmi.
Si tratta comunque per Bruxelles di una revisione di tre decimi al ribasso rispetto all'1,4% ipotizzato tre mesi fa con le stime d'inverno.
Insieme a un deterioramento delle attese di crescita, la Commissione tratteggia per il 2016 un quadro di deficit in frazionale calo in termini nominali -- 2,4% sul Pil da 2,5% delle stime d'inverno (2,3% la stima del Def) -- ma in deciso peggioramento a perimetro strutturale. Né l'esecutivo comunitario, da cui arriverà entro fine mese il giudizio sulla legge di Stabilità e sulle contestuali richieste di attenuanti sul deficit, vede per quest'anno una discesa del rapporto debito/Pil.
E' infatti breve ma assai significativo lo scarto tra il 132,4% messo nero su bianco dal governo Renzi e il 132,7% della Commissione, quest'ultimo livello identico a quello con cui si è chiuso il 2015.
Bruxelles fa riferimento a una crescita di oltre mezzo punto percentuale del disavanzo strutturale, visto lievitare quest'anno a 1,7% da 1% del 2015.
Sul 2017 lo scenario è comunque di generale rasserenamento: crescita di 1,3% contro l'1,4% del Def (1,1% il Fondo monetario internazionale) ma soprattutto proiezione invariata rispetto alle 'winter forecast' di inizio febbraio.
Con un deficit nominale visto sgonfiarsi a 1,9%, il prossimo anno dovrebbe finalmente chiudersi con un rientro del debito di quasi un punto pieno a 131,8% del Pil.
Il livello è lontano dall'obiettivo ufficiale di 130,9% indicato dal governo per il sorvegliato speciale Italia, il cui peccato capitale è da sempre quello del debito.
Le proiezioni Ue, ricorda il breve capitoletto dedicato all'Italia dal titolo 'Una crescita moderata destinata a proseguire', si basano su uno scenario a politiche invariate ma incorporano circa la metà dello scatto Iva da 0,9% previsto dalle clausole di salvaguardia di fine 2015.
"Il governo si è impegnato affinché non entri in vigore, dipenderà però da quali risorse compensative verranno individuate nella prossima legge di Stabilità per centrare l'obiettivo di un deficit a 1,8" scrive la Commissione.
A completare la diagnosi trimestrale Ue le proiezioni su inflazione e mercato del lavoro. Le prime (0,2% la media di quest'anno, 1,4% quella del 2017) sono identiche alla traiettoria prevista per la zona euro nel suo insieme.
Si chiude su una nota lievemente positiva: per il tasso di disoccupazione l'attesa è stabile a 11,4% sul 2016 e passa a 11,2 da 11,3% sul 2017.