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Le cinque cose da seguire sui mercati questo lunedì

Pubblicato 14.05.2018, 11:24
Aggiornato 14.05.2018, 12:40
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo lunedì

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo lunedì 14 maggio:

1. Rapporti commerciali USA-Cina di nuovo al centro della scena

I riflettori tornano ad essere puntati sul commercio dopo che ieri il Presidente USA Donald Trump ha annunciato in un tweet di stare lavorando con il Presidente cinese Xi Jinping per offrire al colosso delle telecomunicazioni cinese ZTE (HK:0763) “un modo per tornare in affari, rapidamente”.

Il governo USA ha vietato alle compagnie statunitensi di rifornire la ZTE di prodotti tecnologici dopo la scoperta che l’azienda cinese spediva illegalmente delle attrezzature in Iran.

Con il secondo round delle trattative commerciali USA-Cina in programma questa settimana, la mossa di Trump è stata considerata da alcuni analisti una concessione da parte degli Stati Uniti.

Il Vice Primo Ministro cinese Liu He, il principale consigliere economico di Jingping, prenderà parte alle trattative al via domani a Washington.

Le importanti discussioni svoltesi a Pechino all’inizio del mese sembrano aver portato pochi progressi ma di recente sono emersi segnali di una riduzione delle tensioni.

Trump resta ottimista in vista del vertice, affermando che “si risolverà tutto”.

2. Il prezzo del greggio si stacca dai recenti massimi

Il prezzo del greggio scende, allontanandosi dal massimo di oltre tre anni segnato di recente, con l’aumento dell’attività di trivellazione USA che pesa sul sentimento.

I future del greggio WTI sono in calo di 20 centesimi a 70,52 dollari al barile, mentre i future del greggio Brent, il riferimento per i prezzi al di fuori degli Stati Uniti, scendono di 22 centesimi a 76,90 dollari al barile.

Dai dati della scorsa settimana è emerso un aumento di 10 impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti, per un totale di 844, il massimo dal marzo 2015. Si tratta del sesto aumento settimanale consecutivo e fa temere per l’incremento della produzione statunitense.

Le perdite restano limitate con gli investitori che continuano a valutare le implicazioni della decisione della scorsa settimana del Presidente Donald Trump di tirarsi indietro dall’accordo sul nucleare iraniano.

3. Future Dow su di quasi 100 punti

I future Dow sono in salita, segnale che le borse potrebbero essere pronte a riprendere da dove si erano fermate la scorsa settimana, nelle speranze di una riduzione delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina che contribuiscono a supportare il sentimento.

I future Dow blue-chip salgono di 92 punti, o dello 0,4%, i future S&P 500 sono in salita di 6 punti, o dello 0,2%, mentre i future Nasdaq 100 legati al settore tech vanno su di 21 punti, o dello 0,3%.

Un altro rialzo dell’indice Dow Jones Industrial Average sarebbe l’ottavo consecutivo, il più lungo da quello terminato il 20 settembre 2017.

Mentre rimangono solo una decina di compagnie dell’indice S&P 500 a rilasciare i risultati finanziari questa settimana, i rivenditori sono solo all’inizio di quella che sarà l’ultima grande ondata di utili del primo trimestre.

L’inizio non ufficiale sarà dato da Home Depot (NYSE:HD) con il report di domani; i risultati di Macy’s (NYSE:M) sono in agenda per mercoledì; mentre Walmart (NYSE:WMT), il colosso mondiale, li pubblicherà giovedì.

In Europa, le principali borse sono al ribasso, con gli investitori concentrati sulla politica italiana, sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e sul calo del prezzo del greggio.

In Asia, i mercati hanno chiuso al rialzo; i titoli azionari in Malesia segnano una ripresa dal crollo in apertura seguito alla riapertura dei mercati dopo le elezioni.

4. Dollaro in calo per la quarta seduta consecutiva

Il dollaro scende contro il paniere delle altre principali valute, avviandosi a segnare la quarta seduta in calo consecutiva.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,2% a 92,21.

L’indice ha toccato il massimo di quattro mesi e mezzo di 93,26 mercoledì scorso, prima di indebolirsi e chiudere la settimana pressoché invariato sulla scia dei dati deboli sull’inflazione USA che hanno ridimensionato le attese circa un aumento più veloce dei tassi da parte della Federal Reserve.

Non sono previsti dati economici USA di rilievo nel corso della giornata, ma il resto della settimana sarà denso di eventi, con i dati sulle vendite al dettaglio attesi domani.

Intanto, l’euro sale anche se due partiti politici italiani hanno raggiunto un accordo che sembra destinare il paese ad essere guidato da una coalizione di governo anti-establishment ed euroscettica.

La moneta unica è scambiata a 1,1985 (EUR/USD), in ripresa dal minimo della scorsa settimana di 1,1821, un livello che non si registrava da fine dicembre.

5. Attesi i commenti dei membri della Fed per avere indicazioni sugli aumenti dei tassi

La settimana ricca di interventi da parte di membri della Federal Reserve è iniziata questa mattina con le parole della Presidente della Fed di Cleveland, che ha diritto di voto sulla politica monetaria, secondo cui la banca centrale potrebbe dover alzare i tassi di interesse sopra il 3% se l’economia USA dovesse crescere più velocemente del previsto.

I suoi commenti sono stati resi in occasione di un evento del Global Interdependence Center a Parigi, in Francia, questa mattina.

Il prossimo intervento previsto è quello del Presidente della Fed di St. Louis James Bullard, che parlerà delle criptovalute alla conferenza 2018 del CoinDesk Consensus a New York alle 9:40 ET (13:40 GMT).

Venerdì, Bullard ha espresso la sua opinione sulla possibilità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse, affermando che i tassi hanno già raggiunto un livello “neutrale” che non sta stimolando più l’economia.

Gli investitori si aspettano un aumento dei tassi in occasione del prossimo vertice di politica monetaria della Fed del 12 e 13 giugno. Tuttavia, Wall Street è divisa circa il numero degli interventi che la banca centrale potrebbe effettuare quest’anno dopo quello di giugno.

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