A cura di Mauro Speranza
Investing.com - Ancora un’altra previsione fosca per l’economia italiana con l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che pronostica una recessione dello 0,2% nel corso del 2019.
L’ente parigino, dunque, ha ridotto notevolmente le sue previsioni sull’Italia rispetto alla sua previsione di novembre che parlava di una crescita dello 0,9%. Sul 2020, inoltre, ha ridotto la previsione di crescita della Penisola di 0,4 punti e ora indica un più 0,5 per cento del Pil.
Si tratta su entrambi gli anni dei tagli più pesanti tra i Paesi presi in esame, ma secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico “la crescita globale continua a perdere slancio”. E questo si ripercuote in maniera più marcata nei Paesi maggiormente votati all’export, tra cui l’Italia.
Secondo l’Ocse, “le elevate incertezze sulle politiche, le tensioni commerciali che proseguono e l’ulteriore indebolimento della fiducia di imprese e consumatori, tutto questo sta contribuendo al rallentamento”.
Intanto, pessime previsioni per l’Italia arrivano anche dall’Istat, nella sua “Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana” relativa al mese di febbraio, diffusa nella giornata di oggi.
La fase di debolezza dell’economia italiana non dovrebber fermarsi, scrive l’Istat, anzi si attendono ulteriori mesi di rallentamento.
"Il quadro economico internazionale mostra persistenti segnali di debolezza” scrive l'Istat, aggiungendo che “l’andamento degli indici anticipatori compositi dell’Ocse indica il proseguimento dell’attuale fase di rallentamento".
Già ieri i dati sull’economia del quarto trimestre 2018 aveva segnalato la conferma di “recessione tecnica” per l’Italia, con un ulteriore calo del Pil, il secondo consecutivo. A causare il calo era il “contributo negativo delle scorte che ha bilanciato l’apporto positivo della domanda esterna netta e di quella interna”.
Peggiora anche la fiducia delle famiglie, spiega l’Istat, con “l’indicatore anticipatore ha registrato una ulteriore diminuzione, confermando le difficoltà dell’attuale fase ciclica dell’economia italiana”.
Più positivo il dato sull’occupazione che “si mantiene su livelli dei mesi precedenti con un aumento significativo dei dipendenti permanenti”, mentre “l’inflazione torna ad aumentare ma il quadro complessivo indica un posizionamento su valori storicamente bassi”, conclude la nota dell’Istat.