ROMA (Reuters) - Camera e Senato hanno concluso l'esame del Documento di economia e finanza (Def) e approvato a maggioranza assoluta il rinvio al 2019 del pareggio di bilancio strutturale, calcolato al netto del ciclo e delle una tantum.
Il nuovo quadro macroeconomico e di finanza pubblica, diffuso dal governo l'8 aprile scorso, riduce a +1,2% da +1,6% la stima di crescita del 2016 e migliora il deficit al 2,3% del Pil.
Nel 2017 l'obiettivo di indebitamento sale dall'1,1 all'1,8% del Pil, a fronte di un livello tendenziale indicato all'1,4%. Il margine di 0,4 punti servirà a finanziare nuove misure di stimolo per l'economia.
Il sostanziale pareggio di bilancio, che per l'Italia coincide con l'obiettivo di medio termine, slitta dal 2018 al 2019, anno nel quale il saldo strutturale è indicato in deficit di 0,2 punti.
"Politiche di bilancio eccessivamente restrittive potrebbero aggravare le già forti tendenze di tipo deflazionistico e quindi le tendenze alla stagnazione economica", ha detto in Senato il vice ministro dell'Economia, Enrico Morando, spiegando perché il governo ha ammorbidito il ritmo di riduzione del deficit.
Le Camere hanno licenziato il Def approvando le risoluzioni con le quali la maggioranza vincola la politica economica del governo.
Tra i temi citati spiccano le misure per introdurre forme flessibili di accesso anticipato alla pensione e gli interventi per ridurre le sofferenze bancarie.
In ambito fiscale la maggioranza sprona il governo a promuovere politiche fiscali orientate alla famiglia e ulteriori interventi per la crescita.
Morando ha detto che obiettivo del governo è "ottenere in Italia entro il 2018 un livello della pressione fiscale su impresa e lavoro analogo a quello della Germania".