(Reuters) - Le banche italiane potrebbero impiegare dieci anni per ridurre il loro livello di Npl alla media europea e in questo sforzo la creazione di una 'bad bank' potrebbe essere di aiuto.
E' quanto sostiene Morgan Stanley (NYSE:MS) che conferma una posizione di cautela sul comparto bancario italiano che nell'ultimo anno ha visto una crescita borsistica di oltre l'80%.
"Crediamo che siano stati compiuti dei progressi, ma rimangono delle vulnerabilità, con 60-70 miliardi di euro di non-perfoming loan da dismettere ancora in fase di realizzazione e quasi dieci anni necessari per raggiungere i livelli di Npl europei con l'attuale tasso di smaltimento", dice Morgan Stanley.
Secondo gli analisti della banca d'affari statunitense l'istituzione di una 'bad bank' o una società di gestione dei crediti deteriorati con sostegno pubblico sarebbe un passo fondamentale per risolvere il problema dei crediti deteriorati in Italia. Una lunga fase recessiva terminata nel 2014 ha creato a carico delle banche italiane un fardello di 349 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi, un terzo del totale in Europa, con un sistema giudiziario ingessato e una crescite economica lenta che hanno reso difficile il loro recupero.
Una serie di interventi ad opera dello Stato che hanno permesso l'iniezione di liquidità e il varo di un piano di salvataggio su Mps (MI:BMPS) hanno tuttavia fornito qualche sollievo sul settore.
L'idea di una bad bank è sostenuto dalle istituzioni Ue ma deve affrontare l'opposizione della Germania contraria alla prospettiva di salvataggi finanziati dai contribuenti.
La settimana scorsa il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha accolto con favore la proposta Ue di istituire dei veicoli pubblici per l'acquisto di crediti deteriorati ma con una partecipazione su base volontaria.
Irlanda, Spagna e Austria hanno sostenuto i loro sistemi finanziari e l'economia in generale con la creazione di una bad bank nazionale dopo la crisi del debito.
Tornano all'Italia, nell'esprimere cautela verso il comparto bancario, Morgan Stanley sostiene che "il percorso verso la normalizzazione delle perdite su crediti sarà 'irregolare' con solo una graduale riduzione del costo del rischio".
Per gli analisti della casa statunitense Intesa (MI:ISP) e Mediobanca (MI:MDBI) sono i titoli top pick del settore.