MILANO (Reuters) - L'editoria italiana ha perso in cinque anni un terzo del fatturato aggregato, circa quanto sono diminuite le copie diffuse. Si tratta di quasi 2 miliardi di euro e 1 milione di lettori in meno.
E' quanto emerge dal focus sul settore presentato oggi da R&S di Mediobanca (MI:MDBI) che si concentra sui dati dei nove maggiori gruppi editoriali italiani, che valgono il 70% del giro d'affari complessivo (Cairo Editore, Caltagirone, Class, Itedi (ex la Stampa), Il Sole24Ore, L'Espresso, Mondadori, Monrif e Rcs (MI:RCSM)).
Dal 2011 al 2015 i ricavi di questi editori hanno segnato una flessione del 32,6% (da 5,7 da 3,9 miliardi), anche se nel tempo si è attenuata arrivando a un -4,2% per il solo 2015 sul 2014 e a -3,5% confrontando i nove mesi del 2016 sullo stesso periodo 2015.
Nello specifico, la raccolta pubblicitaria è scesa nel quinquennio del 36,5% e i ricavi diffusionali del 29,9%, mentre sul 2014 si è registrata un'inversione di tendenza (-2,9% la pubblicità e -5,3% la diffusione).
Calcolato sempre sui nove gruppi di riferimento, il numero delle copie cartacee è diminuito complessivamente del 34,4% dal 2011, con picchi del 51,8% per ItaliaOggi e del 41,4% per Il Sole 24 ORE. La Repubblica e il Corriere hanno perso entrambi il 37% delle copie diffuse. Hanno tenuto meglio le testate del Gruppo Monrif che vanno sotto il nome di Quotidiano Nazionale (-20,3%, con Il Giorno -15,5%), Milano Finanza -26,4%.
Il primato nel 2015 rimane del Corriere (306mila copie medie al giorno), davanti a Repubblica (275mila, cifra che però raddoppia a 592mila copie con le testate locali); seguono il Gruppo Caltagirone (254mila copie tra Messaggero, Gazzettino, Mattino, Nuovo quotidiano di Puglia e Corriere Adriatico), il Quotidiano Nazionale (248mila copie), Itedi (232mila) e Il Sole 24 ORE (156mila).
Post fusione con Itedi, il Gruppo Espresso si avvicinerebbe a 500mila copie nei quotidiani nazionali e a 800mila considerando anche i quotidiani locali, diventando il nuovo leader nel mercato dei quotidiani al posto di Rcs (che ha anche la Gazzetta dello Sport, a 196mila copie nel 2015 da 300 mila nel 2011).
I dati di ADS sulle diffusione, sottolinea il rapporto, raccontano un evidente travaso di lettori dalla carta al digitale, ma si tratta di un andamento tutt'altro che impetuoso e soprattutto a saldo negativo sia dal punto di vista delle copie complessivamente diffuse (-300mila copie cartacee, +30mila copie digitali nel confronto fra il 2014 e il 2015), sia dal punto di vista dei ricavi.
L'andamento delle copie è negativo, seppur meno drammatico, anche nel resto d'Europa, dove la diffusione dei quotidiani è calata del 23,8% nell'ultimo quinquennio e del 4,7% rispetto al 2014; in Nord America -10,9% e -2,4%, in Oceania -22,3% e -5,4%.
A livello globale si è invece registrato un aumento del 21,6% nei cinque anni e del 4,9% nel 2015 su 2014, grazie soprattutto ad India e Cina che insieme coprono circa il 62% del mercato mondiale (+38,6% nel 2015-11 e +7,8% nel 2015-14 nel continente asiatico).