Il rendimento del Bund tedesco può segnalare la propensione o meno al rischio degli investitori. Nel frattempo i Treasury USA e le valute emergenti, magari tramite certificati d’investimento, restano attraenti
FOCUS SUI RENDIMENTI DEI BUND TEDESCHI
Un indicatore che, negli ultimi 12 mesi, ha segnalato con buona affidabilità la propensione al rischio (risk on) degli investitori è stato il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni. Ha registrato un calo continuo in parallelo alle crescenti preoccupazioni circa le tensioni commerciali tra Washington e Pechino per poi mostrare un timido rialzo nelle ultime settimane. “Continueremo a osservare con attenzione l’andamento dei tassi dei Bund decennali: se si dovesse materializzare un qualche accenno di inversione – come quello che in parte si sta notando di recente – potrebbe indicare che gli investitori stiano cominciando a credere davvero ad una sorpresa in positivo nel 2020” dichiara nell’articolo “Mercati finanziari 2020, sei motivi per rimanere ottimisti” Jack McIntyre, Portfolio Manager di Brandywine Global (affiliata Legg Mason). Secondo l’esperto, che la Federal Reserve assuma una politica monetaria improntata ad una maggiore flessibilità in funzione degli sviluppi sul fronte del commercio globale, della crescita e dell’inflazione. Restando nell’ambito delle banche centrali , sempre secondo McIntyre, gli istituti centrali dei mercati emergenti avrebbero spazio, e in termini di tassi reali e un contesto di inflazione favorevole, per continuare ad attuare una politica di allentamento dei tassi...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge