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Il rallentamento dell'inflazione non farà cambiare idea alla Fed - UBS

Pubblicato 14.06.2023, 09:57
© Reuters.

Investing.com - Rallentando oltre le attese, l'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha dato speranza ai mercati un giorno prima della decisione della Fed sui tassi d'interesse ora ia livelli del 2007.

Stando a quanto reso noto dall'ufficio di statistica americano, l'indice generale ha registrato l'aumento minore dal marzo 2021* pari al +4% rispetto al 4,1% atteso dal mercato e al 4.9% di aprile. Sul mensile, il tasso d'inflazione è aumentato dello 0,1% dal +0,2% del consenso e al +0,4% del mese di aprile.

Minore, invece, il calo della componente core - che esclude energia ed alimentari - accelerata ad un tasso annuo del 5,3% come da previsioni dal 5,5% di aprile.

Dati, questi, che hanno consolidato le scommesse dei mercati per uno stop ai rialzi dei tassi che ormai vanno avanti da 15 mesi ininterrotti. Tuttavia, non sono diminuite le attese per un nuovo aumento a luglio, così come ha fatto la Bank of Canada che nell'ultima riunione h aumentato i tassi di 25 punti base dopo averli mantenuti invariati in quella precedente.

Nella nota Daily Europe, Mark Haefele Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, scrive che i dati di maggio "non sono sufficienti per consentire alla Fed di porre fine alla stretta monetaria", e "non giustificano il recente ottimismo degli investitori azionari".

La misura di base resta elevata, e rende "più difficile per la Fed terminare il suo ciclo di rialzo dei tassi o contemplare tagli prima che i dati sulla crescita o sull'occupazione si indeboliscano materialmente".

Guardando i mercati, Haefele sottolinea come le valutazioni azionarie suggeriscano che gli investitori sono "ancora troppo fiduciosi in un atterraggio morbido dell'economia", con i titoli statunitensi attualmente scambiati a circa 18,4 volte gli degli utili previsti dagli analisti per i prossimi 12 mesi, con un premio del 14% rispetto alla media degli ultimi 15 anni. rispetto alla media degli ultimi 15 anni.

I" rapporti prezzo/utile superiori a 18 volte sono tipicamente associati a periodi di sana crescita economica e di aumento degli utili aziendali. Ci aspettiamo invece un periodo di crescita economica inferiore alla media e di calo degli utili, in quanto l'impatto ritardato dei precedenti aumenti dei tassi si ripercuote", spiega il Cio.

Per questo, per UBS è "improbabile che i dati sull'inflazione cambino la rotta della Fed". "E' probabile I banchieri fermino a giugno, pur segnalando la probabilità di un ulteriore inasprimento",

In questo contesto, la banca svizzera mantiene una posizione meno posizione meno favorevole sui titoli azionari globali e statunitensi suggerendo agli investitori "di cercare un reddito di qualità nel debito high grade (governativo) e investment grade".

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