Per AllianceBernstein lo yield-to-worst è un indicatore molto efficace in un’ottica di medio periodo che tutti gli investitori dovrebbero conoscere
Uno degli aspetti che caratterizzano le obbligazioni high yield è rappresentata dalla loro volatilità, mediamente più elevata rispetto a quella dei titoli di Stato, dove prevale l’esposizione al rischio di tasso, e anche rispetto alla volatilità delle obbligazioni Investment Grade, esposte anch’esse al rischio di credito, ma che godono di un rating migliore. Come viene ricordato da AllianceBernstein, c’è tuttavia un indicatore che si è storicamente rivelato attendibile delle performance dei titoli del segmento high yield statunitense nei cinque anni successivi e questo indicatore è lo “yield-to-worst”. Letteralmente “rendimento nel caso peggiore”, è il rendimento di un titolo calcolato adoperando il peggiore tra lo “yield-to-maturity”, il rendimento a scadenza, e lo “yield-to-call”, il rendimento conseguibile nel caso di richiamo anticipato (call) del titolo da parte dell’emittente.
UN INDICATORE ATTENDIBILE DI PERFORMANCE
Le obbligazioni high yield a stelle e strisce, osservano in AllianceBernstein, hanno evidenziato un andamento prevedibile con il rendimento “nella peggiore delle ipotesi”, anche in contesti di mercato difficili. La relazione tra lo yield-to-worst e la performance futura a cinque anni si è mantenuta anche durante la crisi finanziaria globale, uno dei periodi di turbolenza economica e di mercato più carichi di tensioni che si siano mai registrati: chi ha investito poco prima della crisi con uno yield-to-worst di partenza del 7,3%, ha ottenuto in cinque anni una performance annualizzata, misurata dall’indice Bloomberg Barclays (LON:BARC) Us Corporate High Yield, del 7,7%...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge