Investing.com - La crisi Russia-Ucraina è un evento stagflazionistico per le economie mondiali, ma le crisi geopolitiche passate hanno generato buoni punti di entrata per gli investitori con un orizzonte temporale a medio-lungo termine, e ci sono buone probabilità che sarà così anche questa volta.
È la visione di Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities, secondo cui la crisi Russia-Ucraina è un evento che produrrà
stagflazione e nel breve termine avrà un effetto negativo sulla crescita economica, aumentando le aspettative di inflazione, specialmente in Europa.
L’esperto della società lussemburghese per la gestione del risparmio, presente anche a Dublino, Milano e Hong Kong, ricorda che nel mese di febbraio i mercati azionari globali hanno continuato a correggere e che l’indice MSCI World è sceso del 2.7%. La correzione è stata determinata dall’escalation della crisi Russia-Ucraina e dal notevole rincaro delle commodities che hanno alimentato ulteriormente le aspettative di inflazione.
Stagflazione in parte già prezzata
Per questo, secondo Garbarino, la crisi in Ucraina ha un effetto stagflazionistico, che sembra però almeno già parzialmente scontato nei prezzi correnti. Le crisi geopolitiche passate, sottolinea l’esperto di Lemanik, hanno generato buoni punti di entrata per gli investitori con un orizzonte temporale a medio-lungo termine, e ci sono buone probabilità che sarà così anche questa volta.
Inoltre, l’incertezza attuale rallenterà anche le strategie di uscita della Bce e della Federal Reserve dalla loro politica di stimoli.
"In questo contesto, il portafoglio del fondo Lemanik Global Equity Opportunities sta trattando in linea con il mercato in termini valutativi, su base Free Cash Flow Yield" conclude Garbarino, osservando che a livello settoriale, il portafoglio non ha banche e petroliferi, settori considerati troppo rischiosi, mentre è sovrappesato sul settore dei consumi discrezionali, sanità e industriali, ed è invece sottopesato sui beni di prima necessità, con i tecnologici equi-pesati.
Carmignac: impatti sul Pil
Anche Carmignac ha fatto il punto sulle scelte di asset allocation dettate, o influenzate, dal conflitto in corso. Carmignac ha deciso di non acquistare, fino a nuovo ordine, nessun titolo russo "perché siamo gestori animati da un'etica che traduciamo nella nostra politica di investimento".
Secondo gli esperti di Carmignac, la guerra e le relative sanzioni inducono un rischio di stagflazione, con un rallentamento della crescita che colpirà più
l'Europa e l'Asia. Le stime di Carmignac vedono un rallentamento della crescita europea compreso tra -0,5% e -2%, mentre per gli Usa l'impatto sarebbe compreso tra -0,2% e -0,5%.
Asset allocation
"L’identificazione di una tendenza di stagflazione prima del conflitto - spiegano da Carmignac - ci aveva indotti ad adottare un posizionamento più prudente e a ridurre l’esposizione agli asset rischiosi. Per quanto riguarda le azioni, i nostri investimenti, che erano sovrappesati negli Stati Uniti, sono ora principalmente concentrati nei segmenti difensivi dell’universo healthcare e dei beni di consumo di base e/o su quelli che offrono una buona visibilità e valutazioni ragionevoli nell’IT e nei beni di consumo. La proporzione di società growth con valutazioni elevate è stata ridotta significativamente".
"Nei mercati obbligazionari, abbiamo coperto l’esposizione obbligazionaria comprando protezioni sul credito e il debito dei mercati emergenti e abbiamo optato per un posizionamento che ci consentisse di trarre vantaggio dal rialzo delle scadenze intermedie", concludono gli esperti di Carmignac.
Questo articolo è stato scritto in esclusiva da Financialounge.com per Investing.com. Ogni settimana, "Market View" propone interviste originali con case d'investimento sui temi centrali di mercato che verranno riportate esclusivamente sul nostro sito. Non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all'investimento