Il sofferto accordo tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo e Unidas Podemos sembrava aver aperto la strada alla creazione del nuovo governo, ma i numeri non sono sufficienti per Pedro Sánchez che ha bisogno dell’appoggio di altre forze
Erano bastati solo due giorni per trovare l’accordo tra i due principali partiti della sinistra spagnola, il Partito Socialista e Unidas Podemos, dopo le elezioni politiche del 10 novembre, rendendo realtà quello che risultò impossibile alla fine di cinque mesi di trattative.
Il socialista Pedro Sánchez e il segretario generale di Unidas Podemos, Pablo Iglesias, avevano annunciato in pompa magna già il 12 novembre il ritrovato feeling, prospettando la creazione di un governo che, per la prima volta in Spagna, potrebbe vedere ministri appartenenti a più partiti, contrariamente alla tradizione iberica dei governi ‘monocolore’.
UN ACCORDO DI GOVERNO INSUFFICIENTE
I risultati elettorali di novembre hanno consegnato un parlamento diviso, specchio del sistema politico spagnolo ormai lontano dallo storico bipolarismo PP-PSOE. La maggioranza dei seggi alla Camera non verrebbe raggiunta dalla coalizione formata dai due partiti ‘freschi’ di accordo, PSOE e Podemos, in quanto la somma di 155 parlamentari non riesce a raggiungere quota 176, quota minima per ricevere la fiducia, nemmeno aggiungendo i 3 voti della nuova forza politica ‘Más Pais’...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge