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Tassi Bce: pausa a luglio, nuovi tagli da settembre. I commenti degli analisti

Pubblicato 18.07.2024, 09:32
© Reuters

Investing.com – Oggi è il giorno della Bce e se gli analisti non si aspettano nessun cambio nel livello dei tassi d’interesse, l’attenzione si concentrerà sulle parole con cui la presidente, Christine Lagarde, spiegherà la decisione, nel tentativo di cogliere qualsiasi indizio sulle prossime mosse di politica monetaria. E allora, per cercare di capire se dopo il taglio di giugno il costo del denaro scenderà ancora entro la fine dell’anno, Investing.com ha raccolto i commenti degli esperti sul meeting della Banca centrale europea del 18 luglio.

Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research

Paradossalmente, le Banche Centrali sono oggetto di pesanti critiche proprio quando sono sul punto di vincere lo shock inflazionistico. Non ci attendiamo alcuna decisione definitiva questa settimana, ma la riunione del Consiglio direttivo della Bce dovrebbe essere l’occasione per chiarire che il taglio di giugno è stato solo l’inizio di un processo, e ci aspettiamo che il prossimo taglio di 25 punti base arrivi a settembre.

La preferenza del Consiglio direttivo - almeno per ora - sembra essere quella di programmare i tagli dei tassi in concomitanza con la pubblicazione di nuove proiezioni, e la prossima è prevista per settembre. Il mercato valuta all'87% la probabilità di un taglio in quella data, e noi la valutiamo ancora più alta. È vero che la disinflazione si trova su un plateau, ma le indagini convergono nel delineare un quadro di pressione sottostante sui prezzi sufficientemente mite da indurre la BCE a non aspettare troppo.

Negli Stati Uniti, intanto, i dati di giugno del CPI hanno probabilmente sancito l’accordo su un primo taglio dei tassi a settembre.

Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research

Non ci aspettiamo alcuna modifica dei tassi di interesse della BCE quando il Consiglio direttivo si riunirà questa settimana.

Dall'ultima riunione, la Banca Centrale ha continuato a sottolineare l'approccio di dipendenza dai dati. Le proiezioni aggiornate di giugno hanno mostrato una piccola revisione al rialzo delle previsioni di inflazione per il 2024 e il 2025 (ora al 2,5% e al 2,2% dal 2,3% e dal 2%) e la Lagarde ha sottolineato la necessità di analizzare un'intera gamma di dati per ottenere maggiore chiarezza sulle prospettive di inflazione. La residua tenuta dell'inflazione nei servizi, i dati sui salari e la retorica della BCE rendono più probabile una sospensione dei rialzi questa settimana. Nel complesso, riteniamo che la crescita sia ancora generalmente al di sotto del potenziale e che i dati salariali e l'inflazione interna siano destinati a diminuire. Continuiamo a prevedere altri due tagli di 25 pb quest'anno.

A nostro avviso, le prospettive di crescita modesta e il calo dell'inflazione faranno sì che i tagli rimangano sul tavolo. Ci aspettiamo che i prossimi dati sull'inflazione e le nuove proiezioni di settembre convalidino un taglio in quella riunione. I tassi resteranno ancora restrittivi al 3,50% fino a settembre, con maggiori possibilità di taglio verso valori neutrali alla fine del 2024 e nel 2025. I rischi legati alla maggiore tenuta dell'inflazione dei servizi potrebbero spostare l'ago della bilancia verso un approccio ancora più cauto da parte di alcuni membri del Consiglio direttivo.

Visti i dati contrastanti e la retorica della BCE, è del tutto comprensibile che il mercato attribuisca una probabilità quasi nulla a qualsiasi mossa politica questa settimana. Le decisioni di settembre non sono ancora completamente prezzate, il che lascia spazio a un ulteriore rally in caso di taglio di 25 pb in quella riunione. Questo ci mantiene costruttivi sulla duration dell'area euro nel breve e medio termine. Gli spread dei titoli EGB rimangono relativamente contenuti, visto il rischio di crisi francese (che si è dimostrata di durata relativamente breve e più idiosincratica che sistemica). Riteniamo che questo sia un potenziale argomento da trattare nella conferenza stampa, ma dubitiamo che la Lagarde si addentrerà in opinioni sulla situazione politica interna francese. Inoltre, la Lagarde probabilmente affermerà che la politica monetaria ha funzionato bene.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments

Nella riunione di giugno, la BCE ha effettuato il primo taglio dei tassi, ma questa decisione è stata accompagnata da un'incertezza di fondo dovuta a dati salariali e inflazionistici meno favorevoli rispetto a quelli attesi. La riunione di questa settimana si concluderà con la conferma degli attuali tassi di interesse e ci aspettiamo una Presidente Lagarde meno esplicita circa le tempistiche di qualsiasi attività politica futura.

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Shaan Raithatha, Senior Investment Strategist di Vanguard

Giovedì la BCE manterrà invariata la politica monetaria, dopo aver avviato il ciclo di riduzione dei tassi il mese scorso. La prossima riunione sarà a settembre, dove ci aspettiamo un secondo taglio di 25 punti base. Nel frattempo, verranno pubblicati due dati sull’inflazione e il dato sul costo unitario del lavoro del secondo trimestre. Le sorprese al rialzo potrebbero causare un posticipo. Manteniamo la nostra visione di una frequenza trimestrale dei tagli, che porterebbe il tasso di deposito al 3,25% entro la fine del 2024 e al 2,25% entro la fine del 2025.

Si prevede che giovedì la Banca centrale europea (BCE) manterrà invariati i tassi di interesse ed è improbabile che dalla riunione emergano novità di rilievo. Detto questo, ci sarà un aggiornamento sulle prospettive dell'attività economica e dell'inflazione rispetto a giugno. Riteniamo che, se non altro, un taglio a settembre sia leggermente più probabile rispetto a sei settimane fa. Sebbene a giugno l'inflazione si sia mossa lateralmente in termini annuali, soprattutto a causa dell'elevata inflazione dei servizi, lo slancio della crescita ha deluso (ad esempio, si veda la produzione industriale tedesca e il PMI dei servizi dell'area dell'euro) e un’inflazione statunitense più debole rendono più probabile un taglio della Fed per settembre.

In ultima analisi, il ritmo dell'allentamento dipenderà dalla traiettoria prevista per l'inflazione dei servizi, che la BCE ritiene sia guidata principalmente dalla crescita dei salari. Nel 1° trimestre la retribuzione per dipendente è cresciuta del 5,1% su base annua, sostanzialmente in linea con le previsioni di giugno della BCE. Il Presidente Lagarde, a Sintra, ha attribuito la maggior parte di questa crescita agli effetti di catch-up e ai pagamenti una tantum in Germania e si aspetta una significativa moderazione nei prossimi trimestri, in linea con i dati delle rilevazioni. Detto questo, le indagini mensili sulle retribuzioni sono state contrastanti nelle ultime sei settimane, con l'indicatore dei salari di fatto che ha riaccelerato, ma la crescita delle retribuzioni mensili negoziate in Germania è rallentata nel 2° trimestre. Le indagini segnalano ancora un rallentamento della crescita salariale al di sotto del 4% entro la fine dell'anno, che aprirebbe la strada al raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2% nel 1° semestre del 2025.

Ci sono tre indicatori principali da tenere d'occhio da qui a settembre. I primi due sono i dati flash sull'inflazione di luglio e agosto. Sebbene i principali membri del Consiglio direttivo, come il vicepresidente Luis de Guindos, abbiano dichiarato che l'inflazione sarà irregolare nel breve termine e che ciò non dissuaderà la BCE dall'effettuare tagli, sorprese significative al rialzo di questi dati, in particolare sul fronte dei servizi, potrebbero essere sufficienti a giustificare il mantenimento della politica fino al quarto trimestre. Il terzo dato è la pubblicazione dei salari, della produttività e dei profitti aziendali per il secondo trimestre, che rivelerà se le previsioni della BCE sul costo unitario del lavoro siano ancora in linea con le aspettative. Si tratta di un dato fondamentale per le prospettive dell'inflazione dei servizi.

A nostro avviso, la BCE sosterrà il taglio di 25 punti base di giugno con un altro a settembre e continuerà ad allentare su base trimestrale. Non dimentichiamo che, non facendo nulla, la politica monetaria diventa sempre più restrittiva in termini reali, man mano che si compiono progressi sul fronte dell'inflazione. Per quest'anno prevediamo ancora una crescita insufficiente (0,8%) a causa del duplice freno della contrazione della politica monetaria e fiscale, unito agli effetti persistenti della crisi energetica sull'industria manifatturiera. Ci aspettiamo che l'inflazione di fondo chiuda l'anno al 2,6% e raggiunga l'obiettivo del 2% nel secondo trimestre del 2025.

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

Si ipotizza che nella riunione di oggi la BCE deciderà di mantenere fermi i tassi di interesse, ma le prospettive di allentamento dell’inflazione nell'Eurozona e nel resto del mondo fanno presagire che la porta rimarrà aperta per un altro taglio dei tassi nel 2024. L'inflazione complessiva dell'Eurozona è scesa al 2,5% nel giugno 2024, in calo rispetto al 2,6% di maggio ma ancora leggermente superiore al 2,4% previsto. L'inflazione core, che esclude i prezzi volatili di alimentari ed energia, è rimasta al 2,9% il mese scorso, in linea con il mese precedente ma marginalmente superiore alle previsioni.

I mercati finanziari prevedono un taglio dei tassi a settembre, dopo la riduzione di 25 punti base operata dall'Eurotower a giugno 2024, la prima in otto anni. In quell'occasione, Francoforte ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione per il 2024 e il 2025, ma si è astenuta dal fornire dettagli sulla propria strategia di taglio dei tassi, indicando che le azioni future sarebbero state guidate dai dati macroeconomici. Attualmente il tasso di rifinanziamento principale è pari al 4,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,5% e quello sui depositi al 3,75%.

L'inflazione dell'Eurozona non ha ancora raggiunto l'obiettivo della BCE del 2% e la banca centrale intende consentire ai tassi attuali di influenzare l'economia e frenare l'inflazione prima di considerare un altro taglio.

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