Di Mauro Speranza
Investing.com – Donald Trump incontenibile nella conferenza stampa di ieri tenutasi alla Casa Bianca, mettendo nel mirino oltre che alla ‘solita’ Cina, anche il Pentagono. Il Presidente sembra voler proseguire nella sua strategia di aumento del tono dei suoi discorsi in vista delle elezioni presidenziali di novembre, con i sondaggi che parlano ancora di un vantaggio del suo rivale, seppur in diminuzione.
Nel il mirino di Trump è finito il Pentagono, accusato di non seguire la sua volontà e di essere interessato solo alle guerre. “I vertici al Pentagono probabilmente non mi amano perché loro non vogliono altro che combattere guerre, così tutte quelle meravigliose aziende che fanno bombe, aerei e tutto il resto restano contente", dichiarava Trump. “Non sto dicendo che le forze armate mi amano, intendo i soldati", ha detto difendendosi dalle accuse di aver usato termini offensivi contro i militari.
L’attacco di Trump alla Cina
Dopo il Pentagono è arrivato il turno della Cina, ormai tema ‘caldo’ della campagna elettorale. Trump ha lanciato nuovamente l’obiettivo del “decoupling”, ovvero della divisione tra le due economie, spiegando che gli Stati Uniti non subirebbero un grande danno economico dalla fine delle relazioni commerciali tra i due paesi.
“Perdiamo miliardi di dollari, pertanto se non facessimo affari con loro non li perderemmo. Si chiama decoupling, cominciamo a pensarci”, attaccava Trump.
Il presidente ha anche minacciato di bloccare le aziende che esternalizzano posti di lavoro in Cina impedendogli di ricevere contratti federali, e ha promesso - come ha fatto durante la campagna del 2016 - di riportare negli Stati Uniti i posti di lavoro nel settore manifatturiero e le catene di fornitura cruciali.
“Faremo dell'America la superpotenza manifatturiera del mondo e metteremo fine alla nostra dipendenza dalla Cina una volta per tutte", ha detto. "Sia che si tratti di disaccoppiamento, sia che si tratti di applicare tariffe massicce come ho già fatto, metteremo fine alla nostra dipendenza dalla Cina, perché non possiamo fare affidamento sulla Cina".
Una ‘guerra infinita’
Il presidente ha promesso di essere duro con la Cina durante la campagna del 2016 e si è assicurato un limitato accordo commerciale di "fase uno" all'inizio di quest'anno. Ma il deficit commerciale con la Cina è rimasto ostinatamente alto. I dati rilasciati dal dipartimento del commercio diffusi giovedì scorso hanno mostrato che il deficit commerciale degli Stati Uniti con il paese asiatico è aumentato di 1,6 miliardi di dollari a 28,3 miliardi di dollari a luglio.
Trump ha detto che gli Stati Uniti riterranno la Cina responsabile della devastazione causata dalla pandemia del coronavirus, che ha ucciso più di 181.000 persone negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi la sua amministrazione ha puntato a Pechino su una serie di questioni che vanno dalle manifestazioni a favore della democrazia a Hong Kong, ai presunti abusi contro gli uiguri nello Xinjiang, ai principi contabili per le aziende cinesi quotate negli Stati Uniti.
Il presidente ha dipinto il suo rivale democratico, Joe Biden, come una "pedina" di Pechino, dicendo che l'ex vicepresidente "consegnerà i nostri posti di lavoro alla Cina, il nostro lavoro e il nostro benessere economico".
“Gli Stati Uniti hanno subìto la più piccola contrazione di qualsiasi altra grande nazione occidentale”, ha detto Trump. “La nostra ascesa è spettacolare e ci stiamo riprendendo molto più rapidamente dalla pandemia”. tornando anche a minacciare le aziende statunitensi che hanno portato all'estero le proprie attività industriali e ha annunciato che chi fa affari con Pechino non può partecipare alle gare dell'amministrazione federale.