di Carol Ryan
LONDRA (Reuters) - Il progetto di fusione tra Luxottica (MI:LUX) ed Essilor appare più correttivo che visionario. Il gruppo di occhialeria italiano appoggia un'integrazione da 50 miliardi di euro con il produttore di lenti francese e il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio è pronto a cedere il controllo e a rinunciare a un po' di valore per realizzare l'operazione. Per gli altri azionisti del gruppo italiano si tratta probabilmente di un prezzo equo per risolvere le questioni di governance e forse vendere più occhiali.
La fusione, ventilata da tempo, darà vita a un nuovo colosso degli occhiali con ricavi oltre i 15 miliardi di euro. Gli azionisti di Luxottica riceveranno 0,461 nuove azioni Essilor per ogni titolo in loro possesso. Di conseguenza Delfin, la holding che detiene il 62% del produttore dei Ray-Ban, avrà circa il 31% della società nata dalla fusione. Potrebbero esserci 600 milioni di euro di sinergie annue, anche se circa la metà potrebbe derivare da un miglioramento dei ricavi, quindi da una fonte meno sicura di creazione di valore.
Forse con un occhio alla successione, Del Vecchio ha fatto qualche sacrificio a favore di Essilor -- che annovera tra i suoi fornitori -- per veder realizzata l'operazione. Sulla base della capitalizzazione di mercato prima dell'accordo, gli attuali azionisti del gruppo italiano avrebbero avuto il 52% del nuovo colosso degli occhiali. A metà mattinata di oggi il mercato aveva già aggiunto 1,6 miliardi alla capitalizzazione di Luxottica. Gli azionisti di Essilor avevano visto aumentare il valore di mercato di 2,6 miliardi.
Per gli investitori di Luxottica questo potrebbe apparire ingiusto. In realtà, è il prezzo per risolvere temi pendenti di leadership in un gruppo che ha avuto tre amministratori delegati da fine 2014. La società nata dalla fusione sarà guidata congiuntamente con il numero uno di Essilor Hubert Sagnieres. Questo non mette fine alle questioni su un successore appropriato per Del Vecchio, che avrà ancora in mano una quota del 31%, ma fornisce una probabile risposta.
L'operazione porta anche opportunità di vendere di più nel business globale degli occhiali, che sta crescendo tra il 2 e il 4% all'anno, secondo gli analisti di Jefferies. Il gruppo nato dalla fusione avrà una quota di mercato del 15%, ha detto Essilor, e pone fine alla prospettiva di una competizione frontale tra Luxottica ed Essilor. Questa è un deal in cui vedere doppio potrebbe rivelarsi positivo.