MILANO/BARI (Reuters) - Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato dalla Regione Puglia riguardo all'espianto degli ulivi e alla prescrizione A44 riferita alla cosiddetta fase 0 dei lavori, autorizzando Tap all'espianto degli ulivi ricadenti nell'area interessata dal cantiere del gasdotto che porterà il gas azero in Puglia a partire dal 2020.
"La decisione odierna annulla la sentenza nel merito, rigettando il ricorso della Regione Puglia", spiega il legale della Regione Puglia, Mariano Alterio, che ha ricevuto la notifica da parte del tribunale amministrativo regionale.
A questo punto può ripartire l'espianto dei rimanenti 13 ulivi su complessivi 211 che si trovavano nel cantiere in prossimità della spiaggia di San Foca, nella marina di Melendugno (provincia di Lecce), dove partiranno gli scavi per la realizzazione del microtunnel.
Un portavoce del consorzio dice che al momento non ci sono indicazioni su quando riprenderanno i lavori che comunque vanno fatti entro il 30 di aprile. In caso contrario la finestra temporale per la rimozione degli alberi si chiuderà nuovamente sino a novembre prossimo.
Lo scorso 6 aprile la terza sezione del Tribunale amministrativo del Lazio, con decreto 01753/2017, aveva accolto l'istanza presentata dalla Regione Puglia "per l'annullamento, previa sospensione, della nota del Ministero dell'Ambiente del 27 marzo scorso" con cui è stata dichiarata pienamente ottemperata la prescrizione "A44".
A seguito della sospensiva il consorzio Tap aveva fermato le operazioni di espianto degli alberi, che avevano portato a diverse proteste e a scontri con la polizia, fino a oggi.
Proteste che, secondo quanto riferiscono fonti di pubblica sicurezza, sono riprese nel sito con un centinaio di persone che da stamani si trovano da davanti ai cancelli del cantiere.
Rispetto ai 211 ulivi che interessavano l'area cantiere, 157 si trovano già nel sito di stoccaggio presso la masseria del Capitano, 11 in un altro deposito, 30 sono ancora nei vasi all'interno del cantiere e in procinto di essere spostati. I 13 restanti sono ancora da espiantare. Oltre a questi ci sono poi 16 ulivi monumentali che devono ancora ricevere il via libera per il loro spostamento da parte dei competenti uffici regionali.
(Giancarlo Navach)