MILANO (Reuters) - Dopo che il Cda di Roberto Cavalli ha espresso ieri la sua preferenza per il gruppo immobiliare di Dubai Damac Properties, spetta ora al commissario giudiziale della casa di moda e poi al giudice valutare le offerte di acquisto giunte per il marchio fiorentino.
Si dovrebbe arrivare a una decisione finale, che in teoria potrebbe anche non coincidere con quella caldeggiata dal Cda, entro la fine della prossima settimana, riferiscono tre fonti vicine alla vicenda.
Oltre a Damac, hanno presentato offerte vincolanti per il 100% di Cavalli anche la OTB di Renzo Rosso, già licenziataria del marchio Just Cavalli, e il gruppo Usa Bluestar Alliance, proprietario di vari brand tra cui Bebe.
Secondo le fonti, sia Damac che Bluestar punterebbero alla continuità manageriale di Cavalli, anche perché entrambe si sarebbero fatte avanti proprio grazie al Ceo del gruppo Gian Giacomo Ferraris, chiamato da Clessidra nel 2016 per cercare di rilanciare il marchio dopo la sua esperienza positiva in Versace. Per Cavalli però il piano di tournaround si è rivelato più difficile del previsto e l'obiettivo di breakeven operativo nel 2018 non è stato raggiunto.
OTB, invece, che già gestisce molti marchi come Diesel, Maison Margiela e Marni, punterebbe a un ricambio dei vertici. Secondo una delle fonti, un possibile aspetto negativo dell'offerta di OTB potrebbe essere un maggior impatto sul fronte occupazionale nella zona di Firenze, visto che il suo quartier generale è in Veneto e in un'ottica di taglio costi potrebbe voler evitare duplicazioni.
Secondo alcune fonti Ferraris auspicherebbe di restare in Cavalli per completare il suo piano e confermare la sua immagine di risanatore.
Quella di Damac è stata peraltro considerata l'offerta migliore anche da Clessidra, azionista al 90% di Cavalli dal 2015, dice una fonte. Oggi, spiega, il gruppo di private equity -- che aveva iniziato a cercare un nuovo investitore già a settembre perché prossimo al limite statutario per questo investimento -- è soprattutto interessato a non legare il proprio nome alla fine di un marchio storico per l'Italia o a pesanti impatti sull'occupazione.
Ad aprile Cavalli ha ottenuto dal tribunale fallimentare di Milano la protezione dai creditori per presentare, entro inizio agosto, un piano di ristrutturazione. Su un debito complessivo di circa 100 milioni, la metà è in capo alle banche, il resto a fornitori e licenziatari, dicono le fonti.
Secondo una fonte, l'obiettivo sarebbe di evitare il concordato e quindi una procedura propriamente fallimentare e puntare a un'intesa con i creditori per ristrutturare il debito secondo l'art. 182 bis della legge fallimentare.
(Claudia Cristoferi)