Investing.com - Il dollaro USA è sceso contro il dollaro canadese questo lunedì, gli investitori si sono scrollati di dosso i dati piuttosto deludenti dalla Cina, mentre la possibilità di un aumento dei tassi di interesse negli USA già dalla prossima settimana continua a sostenere il biglietto verde.
Il cambio USD/CAD ha toccato i minimi di 1,1209 ed è successivamente scese dello 0,07%, a 1,1213, non lontano dal massimo dello scorso giovedì di 1,1277.
Supporto a 1,1173, minimo di venerdì e resistenza a 1,1277.
Il biglietto verde continua ad essere supportato dopo che i mercati hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi, dopo che la Presidente della Fed Janet Yellen ha indicato che la banca potrebbe iniziare ad alzare il tasso di interesse tra circa sei mesi, dopo la conclusione del programma di acquisti, prevista per questo autunno.
Gli investitori non hanno tenuto conto del report che ha mostrato un peggioramento dell’attività manifatturiera cinese a marzo.
La lettura preliminare dell’indice HSBC PMI sul comparto manifatturiero cinese è scesa al minimo di otto mesi di 48,1 a marzo, da una lettura di 48,5 a febbraio. Gli analisti avevano previsto un aumento dell’indice a 48,7.
Il dollaro canadese, detto loonie, è stato supportato dai dati che hanno mostrato un aumento maggiore del previsto dell’inflazione e delle vendite al dettaglio, che hanno allentato la pressione sulla Banca del Canada.
Statistics Canada ha riportato che l’IPC ha segnato un aumento dello 0,8%, contro le aspettative di un aumento dello 0,6%, dopo un aumento dello 0,3% a gennaio.
Su base annua l’inflazione è scesa all’1,1% dall’1,5% di gennaio.
Il Governatore della BoC Stephen Poloz Poloz ha affermato che la banca dovrebbe tagliare i tassi di interesse se l’inflazione resta bassa.
L’euro è in calo contro il dollaro canadese detto loonie, con EUR/CAD in calo dello 0,23% a 1,5446.
L’euro è sceso dopo i dati che hanno mostrato un rallentamento dell’attività del settore dei servizi in Germania. I dati hanno fatto passare in secondo piano il ritorno in territorio positivo della seconda economia della zona euro, la Francia.