Il mercato comincia a credere all’idea che la Fed sia costretta ad abbassare i tassi prima del previsto per arginare i danni dell’aggressività di Trump. L’effetto finale sarebbe benefico per gli Emergenti, ma anche per la disastrata Europa
Forse il ministro Giovanni Tria si è lasciato sfuggire una speranza su cui potrebbero essere in tanti a puntare in giro per il mondo. Parlando del richiamo europeo a mettere ordine dei conti pubblici ha osservato: “È chiaro che se ci fosse una catastrofe, una grave crisi economica internazionale, allora dovremmo difendere l’economia e l’occupazione”. Probabilmente il ministro italiano del Tesoro ha annusato un’idea che sta girando tra mercati e analisti, secondo cui l’escalation globale sui dazi di Trump, dalla Cina al Messico, alla fine potrebbe indurre una brusca frenata all’economia americana. Uno scenario che il mercato, vale a dire Wall Street, potrebbe anticipare con un violento storno, oppure subire e correggere pesantemente a seguito di qualche dato negativo a sorpresa sull’economia. La Fed di Jay Powell, a sua volta, potrebbe giocare d’anticipo abbassando i tassi molto prima del previsto come mossa preventiva, oppure giocare di rimessa tagliando il costo del denaro a seguito di una sbandata del mercato, di dati girati improvvisamente in negativo, o della combinazione dei due. In ogni caso si creerebbe quella situazione di turbolenza e emergenza che consentirebbe all’Italia di chiedere, e probabilmente ottenere, quella flessibilità che ora Bruxelles continua a negare.
TRUMP MASOCHISTA? MAGARI SOLO OPPORTUNISTA
Ma l’aspetto italiano è solo un contorno che si potrebbe prestare a un gioco opportunistico. In realtà uno scenario del genere potrebbe avere implicazioni globali, e non per forza negative. Torniamo a Trump, in questi giorni c’è chi sostiene che lo stia facendo apposta, come hanno scritto sabato su FT.com Robin Wigglesworth e Peter Wells. Il presidente americano, secondo questa tesi, starebbe intenzionalmente alzando il livello dello scontro sui dazi proprio per danneggiare l’economia Usa e costringere una Fed finora riottosa ad abbassare i tassi. The Donald è un masochista? No, piuttosto un opportunista, e la spiegazione sta nel calendario, come abbiamo già scritto su FinanciaLounge.com. Mancano 17 mesi alle presidenziali di novembre 2020. Il ciclo economico americano è nella fase della maturità. Un primo segno meno davanti al numero trimestrale del Pil potrebbe arrivare nell’estate dell’anno prossimo oppure addirittura qualche giorno prima del voto, in questo caso per il dato del trimestre luglio-settembre 2020. Per un presidente che ha puntato tutto sull’economia sarebbe una catastrofe...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge