ROMA (Reuters) - Il governo non ha intenzione di ricorrere ad un'imposta sui patrimoni per coprire il rimborso ai pensionati del mancato adeguamento all'inflazione, dopo la sentenza della Consulta di giovedì 30 aprile.
Lo ha detto il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, parlando a margine dell'assemblea di Rete Imprese Italia.
"È ancora presto per fare valutazioni. Sicuramente non faremo una patrimoniale, il nostro governo vuole ridurre le tasse e non aumentarle", ha detto il ministro come confermato dal portavoce.
La Corte costituzionale ha bocciato il mancato adeguamento all'inflazione per gli assegni pensionistici superiori a 1.400 euro nel biennio 2012-2013, misura prevista dalla manovra 'Salva Italia' di fine 2011.
La sentenza ha un impatto diretto di circa 5 miliardi, che dovrebbe scaricarsi per intero sui bilanci del biennio 2012-2013.
C'è però anche un effetto di trascinamento agli esercizi successivi, dovuto agli interessi maturati e alla rivalutazione del montante su cui si applicano i futuri adeguamenti, ancora tutto da quantificare: la Cgil arriva a stimare in quasi 10 miliardi l'impatto complessivo della sentenza.
Finora il governo ha evitato di fornire valutazioni. Il ministero dell'Economia si limita a ribadire che è in corso un approfondimento.
È da vedere, soprattutto, se la maggior spesa pensionistica sia compatibile con il quadro programmatico del Def, che limita al 2,6% del Pil l'obiettivo di deficit per quest'anno.
Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, sollecita l'esecutivo a prendere le relative contromisure per "evitare pericolose derive che potrebbero distruggere il bilancio dello Stato".
Il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd), propone di anticipare l'assestamento del bilancio a giugno e "chiuderlo entro l'estate", una volta che sia più chiara la dinamica della spesa pubblica anche per effetto della sentenza.
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