Investing.com - Il prezzo del greggio si attestano vicino al minimo di due settimane questo martedì, dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha dichiarato che il prezzo del greggio dovrebbe lentamente risalire.
Nel report “World Energy Outlook” dell’AIE pubblicato stamane, si legge che la decisione dell’OPEC di non ridurre la produzione di greggio potrebbe comportare un periodo di prezzi bassi che però raggiungeranno gli 80 dollari al barile nel 2020.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a gennaio scende di 16 centesimi, o dello 0,33% a 47,76 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.
Ieri, il prezzo del Brent è sceso al minimo di due settimane di 47,00 dollari per via del persistere dei timori per lo stato di salute dell’economia globale che fanno presagire che l’eccesso di scorte possa durare più a lungo del previsto.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a dicembre scende di 2 centesimi, o dello 0,05%, a 43,85 dollari al barile.
Ieri, il prezzo del greggio Nymex è crollato a 43,64 dollari, il minimo dal 28 ottobre dopo che il gruppo di ricerche di settore Genscape ha stimato un aumento di circa 1,8 milioni di barili a Cushing, in Oklahoma, il principale hub di consegna del greggio USA nella settimana terminata venerdì.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di giovedì dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono salite di 0,75 milioni di barili nella settimana terminata il 6 novembre.
Il report verrà pubblicato con un giorno di ritardo per via del Giorno dei Veterani, festeggiato negli Stati Uniti domani.
Negli ultimi mesi, il mercato del greggio è risultato volatile a causa dell’incertezza legata alla tempistica della riduzione dell’eccesso di greggio globale.
La produzione globale di greggio risulta superiore alla domanda per via dell’aumento della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti ed in seguito alla decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.
Sul greggio pesano inoltre i timori per un dollaro forte, le prospettive di un aumento dei tassi di interesse USA la prossima settimana e la preoccupazione per un calo della domanda dalla Cina.