Investing.com – I futures del petrolio sono saliti nel corso della mattinata europea, toccando il massimo di 4 giorni nei timori di una possibile uscita della Grecia dalla zona euro e dopo gli scontri in Siria del week end che hanno acceso i timori su un’interruzione delle forniture dalla regione.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a luglio sono stati scambiati a 91,77 dollari al barile, durante la mattinata europea, in salita di un punto percentuale.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,1%, a 91,90 dollari al barile, il massimo dal 22 maggio. I prezzi hanno toccato 89,28 dollari al barile il 23 maggio, il minimo dall’1 novembre.
Intanto il sentimento dei mercati è migliorato dopo
i sondaggi di domenica in Grecia, che hanno mostrato che il partito conservatore Nuova Democrazia è al primo posto nelle preferenze.
L’eventualità di una possibile uscita della Grecia dalla zona euro si è fatta più concreta all’inizio di maggio, quando le forze politiche anti salvataggio hanno tolto la maggioranza ai partiti pro-austerity.
L’euro è salito dal minimo di 22 mesi contro il dollaro, con l’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,55% a 82,09.
Venerdì l’indice ha toccato i livelli più alti dal settembre 2010.
Si teme che la crisi del debito sovrano della zona euro possa causare un ulteriore rallentamento che influenzerà la curva della domanda del petrolio.
La zona euro ha rappresentato il 12% del consumo globale di petrolio, secondo i dati British Petroleum.
Ma gli investitori restano concentrati sulle violenze in corso in Siria, dopo che un attacco alla città di Houla ha causato almeno 109 vittime nel week end.
Il Consiglio di Sicurezza ONU si è riunito domenica per discutere sugli sviluppi che hanno interrotto le sei settimane di cessate-il-fuoco.
La mancata risoluzione dei negoziati da Iran e le altre potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran hanno dato un ulteriore supporto.
I mercati statunitensi resteranno chiusi per il Memorial Day.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a luglio sono saliti dello 0,8%, a 107,67 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 15,90 dollari al barile.
Il Brent, il benchmark europeo, è quasi il 15% al di sotto del massimo intraday 128,38 toccato il 1° marzo.
Una perdita potenziale di forniture di petrolio iraniano ha contribuito a sostenere i forti aumenti dei prezzi del petrolio nella conclusione dello scorso anno e nel primo trimestre di quest’anno.
Ma i colloqui tra l’Iran le grandi potenze sulle ambizioni nucleari di Teheran, insieme all’aumento della produzione dell’Arabia Saudita e della Libia e dei segni di rallentamento della crescita economica statunitense e sull’occupazione, hanno spinto i prezzi del petrolio verso i massimi del primo trimestre.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a luglio sono stati scambiati a 91,77 dollari al barile, durante la mattinata europea, in salita di un punto percentuale.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,1%, a 91,90 dollari al barile, il massimo dal 22 maggio. I prezzi hanno toccato 89,28 dollari al barile il 23 maggio, il minimo dall’1 novembre.
Intanto il sentimento dei mercati è migliorato dopo
i sondaggi di domenica in Grecia, che hanno mostrato che il partito conservatore Nuova Democrazia è al primo posto nelle preferenze.
L’eventualità di una possibile uscita della Grecia dalla zona euro si è fatta più concreta all’inizio di maggio, quando le forze politiche anti salvataggio hanno tolto la maggioranza ai partiti pro-austerity.
L’euro è salito dal minimo di 22 mesi contro il dollaro, con l’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,55% a 82,09.
Venerdì l’indice ha toccato i livelli più alti dal settembre 2010.
Si teme che la crisi del debito sovrano della zona euro possa causare un ulteriore rallentamento che influenzerà la curva della domanda del petrolio.
La zona euro ha rappresentato il 12% del consumo globale di petrolio, secondo i dati British Petroleum.
Ma gli investitori restano concentrati sulle violenze in corso in Siria, dopo che un attacco alla città di Houla ha causato almeno 109 vittime nel week end.
Il Consiglio di Sicurezza ONU si è riunito domenica per discutere sugli sviluppi che hanno interrotto le sei settimane di cessate-il-fuoco.
La mancata risoluzione dei negoziati da Iran e le altre potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran hanno dato un ulteriore supporto.
I mercati statunitensi resteranno chiusi per il Memorial Day.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a luglio sono saliti dello 0,8%, a 107,67 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 15,90 dollari al barile.
Il Brent, il benchmark europeo, è quasi il 15% al di sotto del massimo intraday 128,38 toccato il 1° marzo.
Una perdita potenziale di forniture di petrolio iraniano ha contribuito a sostenere i forti aumenti dei prezzi del petrolio nella conclusione dello scorso anno e nel primo trimestre di quest’anno.
Ma i colloqui tra l’Iran le grandi potenze sulle ambizioni nucleari di Teheran, insieme all’aumento della produzione dell’Arabia Saudita e della Libia e dei segni di rallentamento della crescita economica statunitense e sull’occupazione, hanno spinto i prezzi del petrolio verso i massimi del primo trimestre.