Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro statunitense è sceso negli scambi europei di venerdì, mentre la sterlina e l’euro si sono stabilizzati vicino ai massimi di una settimana, favoriti dall’intervento della Banca d’Inghilterra e dall’aspettativa di un inasprimento aggressivo da parte della Banca Centrale Europea.
Alle 03:05 ET (07:05 GMT), l’indice del dollaro, che segue l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di altre sei valute, è sceso dello 0,3% a 111,903, vicino al minimo di una settimana di 111,64 raggiunto nella sessione precedente.
La coppia GBP/USD è salita dello 0,3% a 1,1157, dopo aver superato il livello di 1,12 nella sessione asiatica.
Questo rimbalzo ha fatto seguito all’annuncio della Banca d’Inghilterra di acquisti obbligazionari di emergenza, che hanno sostenuto il mercato dei gilt e, di conseguenza, la sterlina.
La sterlina è stata anche aiutata dai dati che hanno mostrato che l’economia del Regno Unito è cresciuta dello 0,2% nel secondo trimestre, un miglioramento a sorpresa rispetto alla precedente stima di un calo dello 0,1%, scongiurando una recessione estiva.
Il cambio EUR/USD è salito a 0,9817 grazie ai dati sull’inflazione francese che hanno mostrato qualche segno di moderazione, con un calo dello 0,5% su base mensile a settembre.
La coppia era salita fino a 0,9844 all’inizio della sessione dopo che i dati sull’inflazione al consumo in Germania, pubblicati giovedì, avevano indicato un aumento più aggressivo dei tassi di interesse da parte della BCE prima della pubblicazione dei dati sull’IPC della zona euro più tardi nella sessione.
L’euro è rimasto tuttavia sotto pressione a causa della difficile situazione geopolitica, con la regione che soffre di una crisi energetica a causa della guerra della Russia in Ucraina.
I ministri dell’energia dell’UE si riuniranno venerdì per discutere ulteriori sanzioni contro la Russia, mentre il presidente Vladimir Putin annuncerà l’annessione di altre quattro regioni dell’Ucraina nel corso della giornata.
Il dollaro statunitense è stato molto richiesto di recente, salendo ai massimi di 20 anni, mentre la Fed lascia pensare ad un ulteriore aumento dei tassi per frenare inflazione ai massimi storici.
Tuttavia, la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha ribadito giovedì le preoccupazioni espresse all’inizio della settimana in merito a un eccessivo inasprimento della politica e alle conseguenze per l’economia statunitense.
Il cambio USD/JPY è sceso leggermente a 144,32, rimanendo ampiamente al di sotto della linea psicologicamente importante di 145 da quando, la settimana scorsa, i funzionari giapponesi hanno effettuato il primo intervento di acquisto di yen dal 1998.
Il cambio AUD/USD è salito dello 0,1% a 0,6503, mentre la coppia USD/CNY è scesa dello 0,5% a 7,0900 dopo che i dati PMI cinesi hanno mostrato che il settore manifatturiero del Paese è cresciuto inaspettatamente a settembre.