Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro americano, tradizionale valuta rifugio, è salito a un nuovo massimo di 20 anni negli scambi europei di questi mercoledì, mentre i discorsi della Fed e l’aumento dei rendimenti del Tesoro hanno alimentato nuovi timori di recessione.
Alle 8:55 CEST, l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di altre sei valute, è salito dello 0,5% a 114,597, dopo aver toccato un nuovo massimo di due decenni di 114,653 all’inizio della sessione.
La Federal Reserve ha chiarito che la sua lotta contro l’aumento dell’inflazione è attualmente la sua missione più importante e che continuerà ad aumentare i tassi di interesse anche a costo di mandare l’economia del Paese in recessione.
Questo messaggio è stato rafforzato nella notte dal presidente della Fed di Chicago Charles Evans, dal presidente della Fed di St. Louis James Bullard e dal presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis Neel Kashkari, con Bullard che ha affermato che i tassi dovranno rimanere ad un livello più alto per “un po’ di tempo per assicurarci di avere il problema dell’inflazione sotto controllo”.
Questo tono ha spinto il benchmark dei Treasury decennali al di sopra del 4% per la prima volta dal 2010, prima di tornare all’attuale 3,982%.
Il cambio GBP/USD è sceso dello 0,8% a 1,0649, rimanendo vicino ai minimi storici mentre le ripercussioni dei piani di taglio fiscale radicali del nuovo governo britannico continuano a farsi sentire sui mercati.
Il Fondo Monetario Internazionale ha apertamente criticato la nuova strategia economica martedì, affermando che “date le elevate pressioni inflazionistiche in molti paesi, incluso il Regno Unito, non raccomandiamo pacchetti fiscali ampi e non mirati in questa fase, poiché è importante che la politica fiscale non operi in modo opposto alla politica monetaria”.
Il crollo della sterlina ha spinto il capo economista della Banca d’Inghilterra, Huw Pill, a dichiarare martedì che la banca centrale avrebbe probabilmente effettuato un aumento “significativo” dei tassi alla prossima riunione di novembre.
La coppia EUR/USD è scesa dello 0,5% a 0,9545, non lontano dal suo recente minimo di 20 anni di 0,9528, con la moneta unica appesantita dalla recente escalation della crisi energetica della zona euro.
L’azienda russa del monopolio del gas Gazprom (MCX:GAZP) ha dichiarato martedì scorso che potrebbe cercare di aggiungere l’operatore ucraino del gasdotto Naftogaz Ukrainy alla lista delle entità sanzionate dalla Russia, tagliando probabilmente quasi tutte le sue rimanenti forniture all’UE.
L’annuncio segue le accuse di sabotaggio rivolte a Mosca dopo le gravi perdite nel Mar Baltico di due gasdotti russi al centro di uno stallo energetico.
Per la fiducia dei consumatori tedeschi Germania dovrebbe crollare a un nuovo minimo storico in ottobre: GfK ha previsto mercoledì che il suo indice di fiducia dei consumatori scenderà a -42,5 il mese prossimo, in calo da una lettura rivista al ribasso di 36,8 a settembre.
Il cambio USD/JPY è salito a 144,79, rimanendo vicino al livello cruciale di 145 anche dopo l’intervento del Giappone per sostenere la fragile valuta la scorsa settimana.
L’indice AUD/USD, sensibile al rischio, è sceso dell’1,1% a 0,6366, vicino al livello più basso da maggio 2020, mentre USD/CNY è salito dello 0,7% a 7,2301, con lo yuan che è sceso al livello più debole dalla crisi finanziaria del 2008.