Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro recupera dai minimi di circa cinque mesi mercoledì, con i trader che stanno digerendo gli ultimi sulla manifattura degli Stati Uniti in vista di una possibile normalizzazione rapida della politica monetaria della Federal Reserve.
Verso le 09:30 CEST, l'Indice del Dollaro, è salito dello 0,2% a 90, dopo essere sceso fino a 89,662 martedì, avvicinandosi ai minimi del 7 gennaio di 89,533.
Tra i crossrate, l'EUR/USD scambia poco mosso a 1,2206, lontano dal massimo di cinque mesi di 1,2266 toccato la scorsa settimana, il GBP/USD è flata 1,4145, dopo essere sceso dal massimo di tre anni di 1,4250 martedì, mentre l'USD/CAD si muove in leggero rialzo a 1,2073 dopo i minimi in sei anni a 1,2007 toccati durante la notte. .
L'Institute for Supply Management ha reso noto nella giornata di ieri che l'attività manifatturiera negli Stati Uniti ha registrato una lettura di 61,2 a maggio dai 60,7 del mese di aprile, superando le previsioni di 60,9. Una lettura complessivamente forte, che si aggiunge all'impressione generale che l'economia statunitense sia in piena ripresa. Fatto, questo, che potrebbe spingere la Federal Reserve a rivedere gli stimoli monetari più rapidamente di quanto suggerisce l'attuale forward guidance.
Si segnalano, all'interno del sondaggio ISM, la forte accelerazione dei prezzi pagati dai produttori ormai sui livelli del luglio 2008, quando l'economia era alle prese con la Grande Recessione.
"Sospettiamo che per ogni numero di inflazione la Fed sarà leggermente più preoccupata per la chiamata transitoria", hanno affermato gli analisti di Nordea, in una nota. "Crediamo ancora che il tapering avverrà più avanti nel 2021 e che il dot plot vedrà più punti per gli aumenti dei tassi nel 2022".
Tuttavia, la misura dell'occupazione nelle fabbriche ISM è scesa ai livelli più bassi in sei mesi, un dato che che potrebbe tenere ferma la mano della Fed in vista del report sull'occupazione atteso per venerdì, soprattutto dopo che la lettura di aprile è stata molto più debole del previsto.
Altrove, l'USD/TRY è in rialzo dell'1,1% a 8,6208, con la lira turca che tocca nuovi minimi storici dopo che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha ribadito le richieste di tassi di interesse più bassi, continuando a esprimere la convinzione poco ortodossa che i costi di finanziamento più bassi aiutino il rallentamento dell'inflazione.
Aumenta la pressione sul governatore della banca centrale Sahap Kavcioglu, recentemente nominato numero uno della banca dopo che lo stesso Erdogan ha cacciato il predecessore per un eccessivo inasprimento dei tassi d'interesse. Rimane molto bassa, se non inesistente, l'indipendenza della banca centrale in Turchia.