Investing.com - Il dollaro è scambiato vicino al massimo di due settimane contro il paniere dei rivali questo martedì, le preoccupazioni per le prospettive per l’economia globale spingono la domanda di asset rifugio da parte degli investitori.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,14% a 96,12, il massimo dal 4 gennaio, alle 02:50 ET (07:50 GMT).
Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni sulla crescita globale del 2019 e del 2020 ieri, per via del rallentamento maggiore del previsto in Cina e nella zona euro, ed ha avvertito che la mancata risoluzione delle tensioni commerciali potrebbe destabilizzare ulteriormente un’economia globale che si sta già indebolendo.
Il ribasso è giunto poche ore dopo la pubblicazione dei dati cinesi da cui è emerso che la crescita economica trimestrale del paese è stata la più lenta dalla crisi finanziaria e l’espansione annua più debole dal 1990.
Il dollaro scende contro lo yen, spesso considerato un rifugio dagli investitori nei periodi di incertezza sui mercati, con la coppia USD/JPY giù dello 0,11% a 109,53.
Il biglietto verde è rimbalzato di oltre l’1% contro lo yen la settimana scorsa, toccando il massimo di due settimane e mezzo di 109,88 venerdì.
La Banca del Giappone dovrebbe mantenere invariata la politica monetaria durante il vertice di questa settimana e gli analisti si aspettano che la politica monetaria nipponica resti altamente accomodante quest’anno.
“Il rallentamento dell’economia globale e i prezzi bassi del greggio dovrebbero costringere la BoJ a rivedere al ribasso le previsioni sulla crescita economica e sull’inflazione”, afferma Osamu Takashima, esperto di strategie monetarie di Citibank in una nota.
Il dollaro è andato sotto pressione inoltre poiché i timori per il rallentamento della crescita globale hanno spinto la Federal Reserve ad adottare un approccio cauto sui prossimi aumenti dei tassi di interesse. I future dei tassi di interesse non rispecchiano più le aspettative di vedere degli aumenti dei tassi della Fed quest’anno e i recenti commenti dei funzionari della Fed suggeriscono inoltre che non ci saranno altri inasprimenti nei prossimi mesi.
“Non prevediamo che la Federal Reserve alzi i tassi quest’anno, il che dovrebbe comportare un indebolimento del dollaro. Pensiamo inoltre che il dollaro sia “overbought” e “over-valued” dal punto di vista fondamentale”, afferma Jason Wong, esperto senior di strategie di mercato di BNZ Markets.
L’euro è pressoché invariato sulla giornata, con la coppia EUR/USD a 1,1368.
La sterlina è stabile, con il cambio GBP/USD a 1,2889 in un clima di incertezza per la Brexit.
Ieri, il Primo Ministro britannico Theresa May ha presentato una mozione sui prossimi passi in programma, finalizzata a rompere l’impasse in Parlamento, dopo che il suo accordo sulla Brexit è stato bocciato a larga maggioranza la scorsa settimana.
“Con la scadenza ormai alle porte e quella che sembra essere una vera impasse tra le varie parti coinvolte, la prospettiva di una Brexit ‘dura’ ‘senza accordo’ sembra sempre più probabile”, scrive in una nota Nick Twidale, direttore operativo di Rakuten Securities.
Il dollaro australiano è in calo, con la coppia AUD/USD che scende dello 0,12% a 0,7147. L’aussie dovrebbe restare sotto pressione per via dell’indebolimento del sentimento nei confronti della Cina, il principale partner commerciale dell’Australia.