Investing.com - Il dollaro è stabile contro il paniere delle altre principali valute questo mercoledì, i timori per un possibile blocco delle attività amministrative statunitensi hanno fatto passare in secondo piano l’ottimismo per i progressi sulla riforma fiscale.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 93,34 alle 03:50 ET (08:50 GMT) dopo essere sceso al minimo della notte di 93,13.
Gli investitori restano cauti in vista della scadenza di venerdì per evitare un blocco delle attività amministrative USA con i fondi governativi che scadranno se i legislatori non riusciranno a trovare un accordo sul bilancio.
Il dollaro resta supportato nell’ottimismo che il Congresso USA possa presto approvare la legge sulla riforma delle tasse che darà all’economia una spinta fiscale.
Le aspettative di un aumento dei tassi di interesse contribuiscono a far salire la domanda di dollaro, con gli investitori che si aspettano un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve in occasione dell’imminente vertice del 12 e 13 dicembre.
L’euro scende contro il dollaro, con il cambio EUR/USD in calo a 1,1817.
Il dollaro scende contro lo yen, tradizionale valuta rifugio, con la coppia USD/JPY giù dello 0,36% a 112,20.
La domanda dello yen è stata supportata dall’aumento dei rischi geopolitici poiché il Presidente USA Donald Trump quest’oggi riconoscerà Gerusalemme come capitale di Israele.
La sterlina è in calo, con la coppia GBP/USD giù dello 0,26% a 1,3408 dopo che il Primo Ministro britannico Theresa May non è riuscita a raggiungere un accordo per aprire le trattative sui commerci post-Brexit con l’Unione Europea.
Sulla sterlina pesano anche le notizie della notte di un fallito complotto terroristico per uccidere May.
Intanto, il dollaro australiano scende, con il cambio AUD/USD giù dello 0,32% a 0,7584, vicino al minimo di cinque mesi di 0,7531 del 21 novembre.
I dati di questa mattina hanno mostrato che la crescita dell’economia australiana è scesa allo 0,6% nel terzo trimestre dallo 0,9% del trimestre precedente, meno dello 0,7% previsto. La debole spesa dei consumatori ha pesato sulle prospettive di crescita, secondo il report.