Investing.com - Il dollaro rimane invariato vicino al minimo di un mese contro il paniere delle valute questo giovedì con i mercati in attesa degli sviluppi commerciali, mentre la sterlina resta stabile dopo l’impennata della seduta precedente grazie all’allentamento dei timori per una Brexit senza accordo.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 94,45 alle 03:57 ET (07:57 GMT), non lontano dal minimo di un mese di martedì di 94,34.
Il sentimento dei mercati continua ad essere supportato dalle speranze che il Canada prenda parte al nuovo accordo commerciale stretto da Stati Uniti e Messico e mirato a superare l’Accordo nordamericano sul libero scambio entro la scadenza di domani.
Ma il nuovo accordo commerciale non ha fornito indizi sui prossimi sviluppi dello scontro tra USA e Cina, dopo che le trattative della scorsa settimana non hanno registrato passi in avanti e i due paesi hanno introdotto altri dazi sulle rispettive importazioni.
La sterlina è stabile dopo essere salita sopra il livello di 1,30 contro il dollaro per la prima volta in tre settimane ieri, quando il negoziatore dell’Unione Europea Michel Barnier ha affermato che il blocco è pronto ad offrire una collaborazione al Regno Unito dopo la Brexit.
Il cambio GBP/USD si attesta a 1,3028 dopo il rimbalzo dell’1,23% della seduta precedente, l’aumento percentuale giornaliero maggiore dal 21 marzo.
La sterlina sale anche contro l’euro, con la coppia EUR/GBP giù a 0,8982 dopo aver chiuso la seduta precedente con un crollo dell’1,09%.
L’euro è pressoché invariato contro il biglietto verde, con il cambio EUR/USD a 1,1704, dopo essere salito dello 0,12% ieri.
Il dollaro scende contro lo yen, con la coppia USD/JPY in calo dello 0,07% a 111,63 in seguito all’aumento dello 0,45% di ieri.
Nel frattempo, la lira turca continua a scendere contro il dollaro, attestandosi al minimo di oltre due settimane.
Il peggioramento dei rapporti tra USA ed Ankara e i timori per l’aumento del controllo da parte del Presidente turco Tayyip Erdogan sulla politica monetaria e sull’economia hanno fatto crollare la lira di oltre il 40% quest’anno e registrare i minimi storici a metà mese.
Nel frattempo, sui mercati emergenti, il peso argentino scende ai minimi storici contro il dollaro, con il paese che ha chiesto un’anticipazione dei fondi “stand-by” da parte del Fondo Monetario Internazionale.
Sulle valute dei mercati emergenti hanno fortemente pesato i timori che l’aumento dei tassi di interesse USA metta sotto pressione i paesi che hanno chiesto massicci prestiti in dollari negli ultimi anni.