MILANO (Reuters) - La procura di Milano, dal 2010 al 2014, ha fatto incassare all'Erario oltre 3,6 miliardi di euro per procedimenti su frode ed evasione fiscale, ma non è possibile prevedere le ricadute economiche per le casse dello Stato negli anni a venire dopo la "vasta depenalizzazione" recentemente varata dal governo.
Lo si legge nel bilancio di responsabilità sociale 2014/2015 della procura di Milano, diffuso oggi dal procuratore capo uscente Edmondo Bruti Liberati, a proposito del lavoro del Dipartimento Crimanlità Economica, coordinato dall'aggiunto Francesco Greco.
"A Milano - si legge nella relazione - tra il 2010 e il 2014, tali incassi, relativamente a posizioni correlate a denunzie per frode fiscale, dichiarazione infedele e omessa dichiarazione, sono ammontati a 3.611.634.871,45 euro, senza tener conto dell'effetto indotto derivato da 6.172 decreti penali (in 5 anni) per i reati di cui agli articoli 10 bis, 10 ter, 10 quater dlgs 74/00".
Si tratta poprio degli articoli interessati dalle modifiche apportate dal governo che innalzano le soglie di punibilità da 50 a 150.000 euro per l'omesso versamento delle ritenute e da 150.000 a 250.000 per l'omesso versamento dell'Iva.
"La recente approvazione - si legge nel bilancio - di diversi decreti delegati che hanno introdotto alcune importanti decriminalizzazioni (elevamento delle soglie di rilevanza penale per gli articoli 4, 10 bis e 10 ter del dlgs 74/00) nonché la depenalizzazione del cosiddetto 'abuso del diritto' con indubbi riflessi sull'applicabilità degli articoli 3 e 4 del dlgs 74/00 e dubbi irrisolti sulla perseguibilità del sostituto d'imposta, rende quest'anno impossibile giudicare i flussi dei reati fiscali".
"Ad esempio - scrive il procuratore Bruti Liberati - la struttura centrale coordinata dal procuratore aggiunto, che in meno di cinque anni ha definito, praticamente senza creare arretrato, più di 13.040 procedimenti 'noti' per reati fiscali e fallimentari, il 23 ottobre ha trasmesso per l'archiviazione 1.178 procedimenti per articoli 4, 10 bis e 10 ter depenalizzati".
"Per la verità - prosegue il procuratore - non sono stati questi gli unici fascicoli archiviati a seguito del nuovo decreto sulle sanzioni penali, in quanto diversi procedimenti aperti, anche per importi considerevoli, hanno risentito delle modifiche introdotte... Parimenti non è disponibile il dato relativo all'impatto della nuova nornativa sui reati fiscali sui procedimenti in corso".
"E' dunque prematuro fornire una valutazione della nuova normativa sui reati fiscali - conclude Bruti Liberati - e soprattutto non è possibile verificare le conseguenze economiche di tale vasta depenalizzazione sugli incassi dell'Erario".
Indirettamente una risposta è arrivata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervenuto alla cerimonia del bilancio al Palazzo di Giustizia di Milano, che, nel suo discorso, facendo riferimento a critiche di alcuni media, ha sottolineato che la depenalizzazione "al contrario consente una maggiore efficacia sanzionatoria".
(Emilio Parodi)