MILANO (Reuters) - L'Ad di Eni, Claudio Descalzi, ribadisce l'intenzione della major petrolifera di deconsolidare il debito di Saipem, di cui controlla il 43% del capitale, ma su tempistica e modi non si sbilancia.
"Per quanto riguarda Saipem c'è scritto su tutti i giornali e bisognerebbe chiederlo a loro. Chiariamente Saipem è un gioiello per l'Italia ed è un'azienda estremamente completa che copre tutti i campi dell'energia", ha spiegato nel corso del 15esimo energy summit.
Poi ha aggiunto: "Quello che avevamo sempre detto è che volevamo deconsolidare il debito perché avere il 100% di una società che si controlla al 43% è fittizio perché la società lavora per i nostri competitor ed è quindi più sano che ogni abbia la propria struttura finanziaria. Non vogliamo uscire da Saipem, ma vogliamo metterci in una situazione corretta dove ognuno gestice e controlla le sue finanze".
Alla domanda se un annuncio sarà fatto in occasione del piano industriale di Saipem il prossimo 27 settembre, Descalzi si è limitato a dire che "quello è il piano industriale di Saipem".
Secondo alcune fonti, per deconsolidare il debito di Saipem pari a 5,5 miliardi di euro, ci sarebbero diverse opzioni allo studio: la possibilità che Eni ceda una quota intorno al 15-20% di Saipem alla Cdp e successivamente un aumento di capitale non inferiore ai 3 miliardi non sottoscrito da Eni oppure il lancio di una ricapitalizzazione a cui Eni non parteciperebbe.
(Giancarlo Navach)