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Il processo di bancarizzazione del Nord Africa

Pubblicato 25.10.2011, 16:49
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Il numero di banche, presenti in ogni paese del Nord Africa, varia anche a seconda delle forme di governo; in alcuni casi l’influenza dello stato nel sistema bancario è rilevante, tanto che la maggior parte di esse sono banche pubbliche o private con ampie partecipazioni pubbliche. Basti pensare che il controllo pubblico varia dal 27% degli attivi bancari in Marocco, all’85% in Algeria. L’Egitto è il paese con un numero più alto di banche, 39; a seguire il Marocco con 26 istituti di credito, infine Algeria e Tunisia contano entrambe 21 banche.

Tra le migliori 50 banche del continente, il peso del sistema bancario nordafricano, in termini di attivi, è significativo e corrisponde a più di 350 miliardi di dollari, circa il 35% del totale. L’Egitto, per la struttura del suo sistema bancario e la posizione di leader che occupa nel Nord Africa, contribuisce alla performance dei top 50 con 22 banche e una percentuale di attivi sul totale del continente di circa il 30%. Marocco, Algeria e Libia contribuiscono rispettivamente per il 24%, 15% e 11%; la Tunisia, nonostante abbia un numero elevato di banche, detiene un livello di attivo pari a 27 miliardi, nettamente inferiore ai 3 paesi precedenti, rappresentando il 7% del totale; ciò mostra che le migliori banche tunisine non hanno dimensione contabile equiparabile a quella dei paesi circostanti. Per capire l’effettiva estensione del sistema bancario, non è sufficiente considerare solo il numero di banche presenti in un paese ma è importante anche esaminare l’andamento della densità bancaria, cioè la distribuzione delle banche per ogni singolo paese rispetto agli abitanti.

L’Egitto ha registrato, nel 2009, la più alta densità bancaria dell’area, con 22 filiali ogni 100.000 abitanti. Il Marocco e la Tunisia, rispettivamente con 19 e 15 filiali, si sono mantenuti su valori approssimativamente vicini a quello egiziano; fa eccezione l’Algeria che ha una densità di due terzi inferiore a quella della Tunisia, nonostante entrambe abbiano lo stesso numero di banche. Un raffronto essenziale, per valutare lo sviluppo del sistema bancario nordafricano, va fatto con la media UE, pari a 42, indicativa del fatto che i panorami bancari europei sono di gran lunga più evoluti, ramificati e ben distribuiti.

La scarsa bancarizzazione del continente africano è senza dubbio correlata alla limitata diffusione delle filiali bancarie, basti pensare che l’Etiopia conta una filiale ogni 100.000 abitanti mentre la Spagna presenta 96 filiali ogni 100.000 abitanti. Le Banche locali, per avvicinare la popolazione africana al mondo bancario, hanno adottato diverse strategie. Le filiali mobili prefabbricate alimentate ad energia solare, per esempio, hanno permesso di superare il problema (evidenziato da un recente sondaggio condotto dall’ONU e da CGAP in Sud-Africa) della distanza tra le banche e i potenziali ‘clienti’, consentendo pagamenti alternativi al contante nelle zone più recondite del Paese.

Tuttavia la costruzione di reti di filiali risulta altamente costosa, per questo la soluzione migliore per il continente africano sembra essere il mobile banking che permette di utilizzare i cellulari per effettuare pagamenti, fare dunque money transfer, un servizio a basso costo che sfrutta un mezzo altamente diffuso (lanciato da Vodafone e Safaricom nel 2006 e attualmente utilizzato da quattro milioni di Keniani). Basti pensare che nel 1996 il numero di telefoni cellulari in Africa ammontava appena ad un milione, attualmente se ne contano ben 278 milioni.

A cura di: Area Research - Banca Monte dei Paschi di Siena

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