Investing.com - Il dollaro si attesta vicino al minimo di sei mesi contro il paniere delle altre principali valute questo giovedì, le crescenti controversie politiche negli Stati Uniti continuano a dominare il sentimento dei mercati.
Il dollaro ha trovato supporto quando il Dipartimento per la Giustizia ha nominato l’ex direttore dell’FBI consigliere speciale nelle indagini sulla presunta interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali di novembre e sulla possibile collusione con il team della campagna del Presidente Donald Trump.
La nomina di un consigliere speciale segue il licenziamento da parte di Trump di James Comey, direttore dell’FBI che stava conducendo un’indagine sul ruolo della Russia nelle elezioni, e le voci secondo cui il Presidente avrebbe cercato di interferire con il processo giudiziario, il che potrebbe portare all’impeachment.
Sul dollaro pesano i timori che il sistema politico USA possa essere rallentato dalla crisi, impedendo ai legislatori di procedere con le riforme.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso al minimo di 97,28 nella notte, il minimo dal 9 novembre, perdendo tutti i guadagni registrati in seguito alle elezioni.
L’indice si attesta a 97,56 alle 08.07 GMT, su dello 0,23%.
L’indice del dollaro è crollato di oltre il 5% dal massimo di 14 anni di 103,82 segnato il 3 gennaio, dal momento che gli investitori hanno perso la fiducia nel cosiddetto ’Trump Trade’.
La recente serie di dati economici statunitensi deludenti, tra cui quelli sull’inflazione, le vendite al dettaglio e le nuove costruzioni, pesano inoltre sul dollaro, facendo diminuire le aspettative sugli aumenti dei tassi di interesse.
La probabilità di un aumento dei tassi in occasione del vertice di giugno è scesa al 60%, secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, in calo da più dell’80% della settimana scorsa.
Il dollaro si avvicina al minimo di tre settimane contro lo yen, con la coppia USD/JPY a 110,88, dopo aver chiuso la seduta precedente con un crollo del 2,03%, il calo giornaliero maggiore dal 29 luglio del 2016.
Lo yen sembra non aver risentito dei dati che hanno mostrato che l’economia nipponica è crescita del 2,2% su base annua nel primo trimestre, contro l’1,7% previsto dagli economisti.
L’euro scende, con la coppia EUR/USD giù dello 0,24% a 1,1132 dopo essere schizzato al massimo di sei mesi di 1,1172 ieri.
Il cambio USD/CHF ha toccato il minimo di sei mesi di 0,9773 ieri per poi attestarsi a 0,9799, su dello 0,15% sulla giornata.
In calo la sterlina, con la coppia GBP/USD giù dello 0,13% a 1,2954 in attesa del report sulle vendite al dettaglio britanniche che dovrebbe fornire dettagli sul sentimento dei consumatori con la Brexit.