MILANO (Reuters) - I giudici della Seconda Corte d'Appello di Milano hanno ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo Silvio Berlusconi dalle accuse di concussione per costrizione e prostituzione minorile nell'ambito del cosiddetto "caso Ruby".
Dopo circa due ore e mezzo di camera di consiglio i giudici, presieduti da Enrico Tranfa, hanno assolto il leader di Forza Italia - che si è detto "profondamente commosso" - dall'accusa di concussione "perché il fatto non sussiste" e da quella di prostituzione minorile "perché il fatto non costituisce reato" e avranno ora 90 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza.
Il verdetto, oltre ad avere implicazioni per la possibilità dello stesso Berlusconi di continuare a fare politica, elimina una potenziale minaccia alla spinta verso le riforme del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che dipende dagli accordi col centro destra. Secondo alcuni quotidiani, però, già ieri Berlusconi aveva fatto sapere che anche in caso di condanna avrebbe rispettato il cosiddetto patto del Nazareno sulle riforme istituzionali bipartisan stretto con Renzi.
In primo grado, nel giugno dello scorso anno, Berlusconi era stato condannato a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici con l'accusa di aver fatto pressioni sulla Questura di Milano la notte del 27 maggio 2010, quando era premier, nel tentativo di far rilasciare Karima el Mahroug, detta Ruby, e di occultare la sua presunta relazione con la ragazza, all'epoca minorenne.
Venerdì scorso, il procuratore generale Piero De Petris - che oggi ha solo dichiarato che aspetterà di leggere le motivazioni prima di decidere se proporre ricorso in Cassazione - aveva chiesto la conferma della condanna.
BERLUSCONI: PERCORSO FORZA ITALIA NON CAMBIA
"Solo coloro che mi sono stati vicini in questi anni sanno quello che ho sofferto per un'accusa ingiusta e infamante", ha spiegato il leader di Forza Italia in una nota, in cui ringrazia la sua famiglia, gli avvocati e dedica "un pensiero di rispetto" alla magistratura - in passato da lui più volte accusata di essere politicizzata - "che ha dato oggi una conferma di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e rigore ammirevoli".
"Da oggi possiamo andare avanti con più serenità. Il percorso politico di Forza Italia non cambia. Credo che questo sia nell'interesse dell'Italia, della democrazia, della libertà".
COPPI: MOLTO SODDISFATTI, SENTENZA ERA DISANCORATA DA PROVE
Grande soddisfazione è stata ovviamente espressa per la sentenza dall'avvocato Franco Coppi, del collegio difensivo di Berlusconi, il quale oggi era come ogni venerdì all'istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove sta scontando in affidamento in prova ai servizi sociali la condanna per frode fiscale a quattro anni di reclusione, di cui tre condonati dall'indulto.
"C'è stato un accoglimento pieno delle tesi difensive. Non c'erano prove della concussione, di un elemento materiale del reato e per l'altro capo di imputazione c'era per lo meno l'ignoranza dell'età della ragazza. Penso che probabilmente sarà questo il motivo dell'assoluzione", ha spiegato il legale subito dopo la lettura del verdetto. "Siamo molto soddisfatti", ha sottolineato, precisando di ritenere la sentenza di primo grado, "che il procuratore generale ha difeso molto bene, completamente disancorata dalle prove".
Parlando degli effetti del processo sull'ex-premier, Coppi ha aggiunto che "sentirsi prima accusare e poi condannare a sette anni per una telefonata di tre secondi per fatti che non sono accaduti proverebbe chiunque, anche la persona più corazzata".
In una nota, gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, che hanno assistito l'ex-premier in primo grado e hanno redatto i motivi dell'appello, sottolineano che "la meritata assoluzione da un processo lungo e difficile, che non sarebbe neanche dovuto iniziare (...) è un momento di vera soddisfazione e riporta serenità dopo un lungo periodo di grande tensione".
REAZIONI POLITICHE
Non si sono fatte attendere nemmeno le reazioni politiche degli esponenti del partito di Berlusconi. Per l'ex-ministro Maria Stella Gelmini, la sentenza "ripristina la fiducia tra politica e magistratura", mentre Luca D'Alessandro, segretario della commissione Giustizia alla Camera, si chiede "adesso chi pagherà per il fiume di denaro speso? (..) Speriamo che questa pagina rappresenti un nuovo inizio e la giustizia torni ad avere la g maiuscola".
Resta da capire ora quali effetti l'assoluzione potrà avere sul processo d'appello cosidetto Ruby bis, un altro filone di inchiesta sulle feste nella residenza di Berlusconi ad Arcore, che vede imputati l'agente dei vip Lele Mora, l'ex-direttore del Tg4 Emilio Fede e l'ex-consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti.
In primo grado, Mora è stato condannato a sette anni di reclusione per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, così come Fede, a cui non è stata ascritta però l'induzione. Minetti è stata invece condannata a cinque anni per l'accusa di favoreggiamento della prostituzione, mentre è stata assolta per non aver commesso il fatto dai reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile.
Dalle motivazioni di quella sentenza, fra l'altro, è scaturita una nuova inchiesta per corruzione giudiziaria e falsa testimonianza su gran parte dei protagonisti di entrambi i processi tra i quali, oltre Berlusconi, Ghedini, Longo e la stessa Ruby.