ROMA (Reuters) - La commissione Lavoro del Senato ha dato oggi il via libera al disegno di legge delega sul mercato del lavoro, seconda gamba del Jobs act, che ha l'ambizione di riformare gli ammortizzatori sociali e riordinare le forme contrattuali, introducendo una formula a tutele crescenti in base all'anzianità di servizio per tutti i nuovi assunti a tempo indeterminato.
La norma sui contratti, la più spinosa, dovrà essere dettagliata dai decreti delegati che il governo varerà entro metà 2015, se il testo sarà licenziato dal Parlamento entro fine anno. Solo in quella sede si capirà se l'esecutivo riuscirà a mettere definitivamente nel cassetto l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sostituendo in tutti i casi di licenziamento senza giusta causa (esclusi i casi di discriminazione) la possibilità di reintegro con un indennizzo in denaro.
Il Jobs Act è atteso dall'Europa per testare la forza riformatrice di Matteo Renzi.
Di seguito i principali punti della delega:
RIORDINO FORME CONTRATTUALI
La riforma punta a riordinare le attuali tipologie contrattuali, oltre 40, mettendo a punto un testo organico semplificato, anche con l'abrogazione di alcune tipologie incompatibili con la semplificazione.
Nel testo riformulato ieri dal governo c'è la "previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio".
In sostanza, il lavoratore che conquisterà un contratto a tempo indeterminato, sia giovane sia riassunto dopo una precedente occupazione, non avrà da subito diritto alle stesse tutele garantite dagli attuali contratti stabili, ma le otterrà gradualmente.
Il testo non fa riferimento esplicito all'articolo 18, tuttavia il governo avrà ampi margini nei decreti delegati per stabilire cosa si intenda per tutele crescenti.
Inoltre, l'emendamento introduce una revisione di altri due articoli dello Statuto dei lavoratori: l'articolo 4, laddove prevede il superamento del divieto delle tecniche di controllo a distanza, e l'articolo 13 introducendo di fatto la possibilità del demansionamento del lavoratore in caso di necessità dell'azienda.
Sempre in tema di contratti, alcuni ulteriori emendamenti introdotti dalla commissione prevedono: l'ampliamento della platea di imprese e le condizioni per fare ricorso ai contratti di solidarietà; l'introduzione del 'contratto di ricollocazione' che prevede una remunerazione per le agenzie del lavoro che riescano a ricollocare il lavoratore disoccupato, da finanziare con i fondi regionali; la lotta alle dimissioni in bianco garantendo "la data certa e l'autenticità" della volontà del lavoratore di lasciare l'impiego.
È prevista poi la possibilità di cedere parte delle ferie eccedenti a colleghi con figli minori malati gravi.
RIFORMA AMMORTIZZATORI, STRETTA ALLA CIG
La delega punta a introdurre un sistema di ammortizzatori sociali universale (Aspi) per tutti i disoccupati in base ai contributi versati. L'accesso all'Aspi sarà condizionato dalla partecipazione obbligatoria a programmi di politica attiva del lavoro e verrà esteso anche ai co.co.co.
Sempre per i co.co.co è prevista l'introduzione, eventualmente in via sperimentale, del compenso orario minimo.
Scomparirà la cassa integrazione "in caso di cessazione di attività aziendale o di un ramo" e l'erogazione avverrà solo se non sarà più possibile ridurre contrattualmente l'orario di lavoro; i limiti di durata dipenderanno dai singoli lavoratori e dalle ore lavorabili in un tempo prolungato; le imprese utilizzatrici contribuiranno maggiormente a finanziare la cig mentre per le altre saranno ridotti gli oneri contributivi, rimodulandoli tra i settori in funzione dell'utilizzo effettivo; sarà rivisto l'ambito di applicazione della cassa ordinaria e straordinaria e dei fondi di solidarietà; si valuta la standardizzazione dei meccanismi di concessione della cig.
MATERNITÀ E SEMPLIFICAZIONI
È prevista una semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici per costituire e gestire i rapporti di lavoro e la costituzione di una Agenzia unica per le ispezioni.
La delega punta anche a conciliare i tempi di lavoro con le esigenze genitoriali. In particolare è prevista l'introduzione universale dell'indennità di maternità (anche per i contributi alla gestione separata) e il diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro.
(Francesca Piscioneri)