di Roberto Landucci
(Reuters) - Il 37% degli italiani è chiamato domenica alle urne per rinnovare le amministrazioni di sette Regioni in una tornata elettorale che il premier Matteo Renzi non vede come un esame al suo governo, nonostante sia impegnato da oltre una settimana in prima persona a sostenere i candidati del Pd.
Al voto vanno Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Si rinnovano contestualmente le amministrazioni di 1.065 Comuni tra cui 17 città capoluogo.
In tutte le Regioni, con l'eccezione della Toscana, il risultato definitivo si dovrebbe conoscere entro lunedì 1° giugno, mentre per i comuni gli eventuali ballottaggi sono fissati il 14 giugno.
In Toscana, dove è comunque favorito il governatore uscente del Pd Enrico Rossi, si andrà al ballottaggio se nessun candidato raggiungerà il 40% delle preferenze.
Il clima politico su queste elezioni si è surriscaldato per la questione dei cosiddetti "impresentabili", i candidati che in base ai codici di autoregolamentazione dei partiti, non vincolanti, non potrebbero concorrere perché rinviati a giudizio per reati di stampo mafioso e per i cosiddetti "reati spia" come racket, usura, riciclaggio.
La commissione parlamentare Antimafia, tra le polemiche, ha rinviato a venerdì la lista di costoro, perché dice di non avere ancora tutte le informazioni necessarie, ma già filtrano alcuni nomi, uno dei quali di una lista che sostiene il candidato governatore del Pd in Puglia Michele Emiliano e gli altri del centrodestra. Dal canto suo, il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini dice che le liste del suo partito sono tutte "presentabili".
Inoltre potrebbe complicarsi la vicenda del candidato governatore del Pd in Campania, Vincenzo De Luca, già condannato in primo grado per abuso d'ufficio e che per la legge Severino dovrebbe essere sospeso dall'incarico in caso di vittoria.
Secondo quanto pubblicato oggi da alcuni giornali, la Corte di Cassazione avrebbe deciso ieri che le eventuali sospensioni devono essere decise dal giudice ordinario e non più dai Tar, che finora hanno quasi sempre consentito agli amministratori di rimanere in carica in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sulla legittimità della Severino. La pubblicazione della sentenza della Suprema corte è comunque attesa entro la fine della settimana.
Renzi ha detto che queste elezioni, l'ultima importante tornata prima delle comunali di Milano l'anno prossimo e delle Legislative del 2018, non sono un laboratorio di politica nazionale.
Per l'opposizione, da M5s a Forza Italia, sono invece una prova fondamentale per misurare il consenso del governo.
In cinque delle sette Regioni al voto le amministrazioni uscenti sono di centrosinistra, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Puglia, e in Veneto e Campania sono di centrodestra.
Il Pd punta a vincere ovunque, tranne che in Veneto dove il governatore uscente della Lega Nord Luca Zaia, secondo gli opinionisti, è in testa nonostante la scissione del sindaco di Verona Flavio Tosi che corre per conto suo sostenuto da Ncd.
La Liguria è una spina nel fianco per Renzi. Se perdesse la candidata del Pd Raffaella Paita, indebolita dalla concorrenza di Luca Pastorino, civatiano ed ex Pd, si aprirebbe un problema dentro il partito, dove la minoranza acquisterebbe forza in Parlamento nella sua battaglia contro le riforme.
Per converso, nel centrodestra, in Puglia se il candidato sostenuto dal dissidente di Forza Italia Raffaele Fitto e dall'Ncd, prendesse più voti di Adriana Poli Bortone, voluta da Silvio Berlusconi, la sfida per la leadership del centrodestra tornerebbe d'attualità.