Investing.com - Il dollaro recupera contro le altre principali valute questo giovedì, ma resta sottotono dopo i dati economici USA piuttosto deboli e le tensioni geopolitiche che continuano a pesare sulla domanda del biglietto verde.
Il cambio EUR/USD sale dello 0,36% a 1,0750, staccandosi dal massimo di tre settimane e mezzo di 1,0776 segnato nella notte.
Nel report del Dipartimento per il Lavoro USA si legge che il numero delle nuove richieste di disoccupazione nella settimana terminata il 15 aprile è salito di 10.000 unità a 244.000 unità dal totale di 234.000 della scorsa settimana. Gli analisti avevano previsto un aumento di 8.000 unità a 242.000 la scorsa settimana.
Inoltre, la Federal Reserve Bank di Philadelphia ha dichiarato che l’indice manifatturiero è sceso a 22,0 questo mese dalla lettura di marzo di 32,8. Gli analisti avevano previsto un calo dell’indice a 25,0.
Il sentimento sul biglietto verde resta vulnerabile: ieri il Segretario di Stato USA Rex Tillerson ha dichiarato che Washington sta cercando di fare pressione sulla Corea del Nord in merito al programma nucleare.
I commenti sono seguiti all’avvertimento lanciato sui media ufficiali nordcoreani agli Stati Uniti circa un “attacco preventivo super-potente”, dicendo di non “provocarli”.
Intanto, il Vice Primo Ministro Taro Aso, che guida il Giappone in un nuovo dialogo economico bilaterale con gli Stati Uniti, ieri ha dichiarato che il paese ha meno spazio per un compromesso con Washington con un accordo commerciale bilaterale.
I trader restano concentrati sulle imminenti elezioni presidenziali in Francia, con il primo turno in agenda domenica 23 aprile.
Gli ultimi sondaggi in Francia rivelano che il centrista Emmanuel Macron è ancora in vantaggio, sebbene l’esito del voto di domenica resti imprevedibile.
Intanto, la coppia GBP/USD sale dello 0,25% a 1,2807 non lontano dal massimo di sei mesi di 1,2904 toccato martedì.
La sterlina resta supportata dopo che ieri il Parlamento britannico ha approvato con 522 voti contro 13 la richiesta della May del voto anticipato, gettando le basi che definiranno i termini per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Il cambio USD/JPY sale dello 0,16% a 109,03, mentre la coppia USD/CHF scende dello 0,28% a 0,9954.
Il dollaro australiano e quello neozelandese sono deboli, con il cambio AUD/USD su dello 0,37% a 0,7526 e la coppia NZD/USD in salita dello 0,26% a 0,7022.
Stamane, Statistics New Zealand ha reso noto che l’indice dei prezzi al consumo è balzato dell’1,0% nel primo trimestre, superando le attese di un aumento dello 0,8% e dopo l’incremento dello 0,4% nel trimestre terminato a dicembre.
Su base annua, i prezzi al consumo sono schizzato del 2,2% lo scorso trimestre, superando le attese di un aumento del 2,0%.
Il cambio USD/CAD è stabile a 1,3485, dopo aver toccato il massimo di cinque settimane di 1,3495.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,35% a 99,35, il minimo dal 28 marzo.