Investing.com - La sterlina è pressoché invariata contro un dollaro più forte questo lunedì, attestandosi vicino al minimo di due settimane mentre gli investitori attendono una serie di report economici nel corso della settimana.
Il cambio GBP/USD ha toccato il minimo di 1,6215, il minimo dal 16 settembre per poi attestarsi in calo dello 0,13% a 1,6222.
Supporto a 1,6200 e resistenza intorno a 1,6330.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha toccato il massimo degli ultimi quattro anni di 85,93, per poi salire dello 0,06% a 85,83, dopo che la scorsa settimana ha registrato l’undicesimo incremento settimanale consecutivo.
La richiesta del biglietto verde continua ad essere supportata in seguito ai dati di venerdì che hanno mostrato una crescita dell’economia USA al tasso annuo del 4,6% nel secondo trimestre, il tasso maggiore degli ultimi due anni e mezzo.
I dati positivi lasciano sperare che il rafforzamento della ripresa economica possa spingere la Federal Reserve ad aumentare presto i tassi di interesse.
Sui mercati cresce l’attesa per i dati economici statunitensi, in particolare per il report sull’occupazione non agricola di venerdì dopo che il report di agosto è risultato al di sotto delle aspettative.
Gli Stati Uniti oggi pubblicheranno i dati sui redditi e le spese personali, seguiti dal report sulle vendite di case in corso.
Il Regno Unito rilascerà i report sulla crescita del settore manifatturiero e di quello dei servizi nel corso della settimana.
Nel primo semestre, la sterlina ha subito un’impennata contro il dollaro, toccando il massimo degli ultimi sei anni di 1,7190 a metà luglio, sostenuta dalle aspettative che la solida ripresa in Gran Bretagna possa spingere la Banca d’Inghilterra ad alzare i tassi di interesse prima della fine dell’anno.
Tuttavia, negli ultimi due mesi il dollaro è schizzato alle stelle tra le speranze che la Fed possa presto decidere di aumentare i tassi.
Il cambio EUR/GBP sale dello 0,10% a 0,7815, non lontano dal minimo di due anni di 0,7784 registrato giovedì scorso.
La moneta unica è rimasta sotto pressione da quando la Banca Centrale Europea all’inizio del mese ha improvvisamente deciso di tagliare i tassi al minimo storico, per sostenere l’inflazione nella zona euro.
Domani la zona euro rilascerà i dati preliminari sull’indice dei prezzi al consumo.