BARI/MILANO (Reuters) - Alta tensione nelle campagne di Melendugno (in provincia di Lecce), dove stamani il consorzio Tap ha ripreso le operazioni di espianto degli ulivi propedeutico all'avvio del cantiere per costruire il tratto a terra e sotto il mare del gasdotto che dal 2020 porterà il gas azero sulle coste pugliesi.
Di prima mattina le forze dell'ordine hanno rotto il cordone di circa 300 attivisti contrari alla realizzazione dell'infrastruttura e, quindi, allo spostamento degli alberi, che si erano stesi davanti all'ingresso del cantiere per impedire l'entrata dei mezzi, riferiscono fonti della pubblica sicurezza.
Anche nel primo pomeriggio ci sono state nuove cariche della polizia contro una cinquantina di manifestanti fermi davanti al cantiere. Tra di loro ci sono anche alcuni sindaci dei comuni della zona. Qualcuno è stato colto da malore e sono state chiamate le ambulanze del 118, riferiscono alcuni dei manifestanti sul posto. I tafferugli sono durati alcuni minuti e ci sarebbero due contusi.
Gli operai della Tap sono nuovamente al lavoro per l'espianto dei rimanenti ulivi -- su 211 complessivi, di cui alcuni monumentali, oggi ne sono stati spostati circa 30 che vanno ad aggiungersi agli altri 33 già spostati la scorsa settimana -- dopo che ieri il consiglio di Stato ha dato l'ultimo via libera, respingendo i ricorsi presentati dal comune di Melendugno e della Regione Puglia.
"L'obiettivo è accelerare le procedure di espianto compatibilmente con i problemi di ordine pubblico", ha detto un portavoce del consorzio Tap.
Sempre ieri è arrivato anche il via libera da parte del ministero dell'Ambiente che ha ribadito la regolarità dell'autorizzazione fornita dall'ufficio fitosanitario della Regione Puglia all'espianto.
Contattato al telefono da Reuters, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, parla di "militarizzazione del territorio. Ci sono centinaia di uomini in tenuta anti sommossa, elicotteri e cellulari. Sembra un presidio di guerra, ma qui ci sono solo delle persone che pacificamente stano esprimendo il loro dissenso".
Il sindaco di Melendugno, insieme ad altri 30 primi cittadini di comuni limitrofi di questa zona del Salento, ha inviato alla Regione Puglia una richiesta di impugnare queste autorizzazioni in autotutela come ultimo tentativo per bloccare l'avvio dei lavori.
"Stiamo cercando di fare capire a Tap, al ministero all'Ambiente e alla Regione Puglia che le autorizzazioni non sono complete e sono illegittime, nonostante una nota del ministero dell'Ambiente che non chiarisce nulla, scritta in burocratese. La Regione sta impugnando queste autorizzazioni, ma forse è troppo tardi per frenare lo spostamento degli ulivi", ammette il sindaco che da stamani è davanti al cantiere.
La rimozione degli ulivi va fatta entro il 30 aprile, altrimenti si chiuderà nuovamente la finestra temporale, mettendo a rischio il rispetto dei tempi per la realizzazione dell'infrastruttura che vede coinvolta anche Snam (MI:SRG), socio italiano del gasdotto con una quota del 20%.
(Giancarlo Navach)