Investing.com - La sterlina è scesa contro il dollaro questo lunedì nei timori per l’economia globale innescati dai dati cinesi piuttosto deboli.
Il cambio GBP/USD ha toccato 1,6622, il minimo dal 27 febbraio ed è successivamente sceso dello 0,45% a 1,6638.
Supporto a 1,6580 e resistenza a 1,6740, il massimo della seduta.
Il sentimento dei mercati ha risentito dei dati rilasciati nel fine settimana che hanno mostrato che le esportazioni cinesi sono scese del 18,1% su base annua a febbraio, rispetto al previsto aumento del 6,8%, dopo essere salite del 10,6% a gennaio.
Un secondo report ha mostrato che il tasso annuo di inflazione in Cina è sceso al 2,0% a febbraio, dal 2,5% di gennaio.
La domanda per il dollaro continua ad essere sostenuta dopo i dati del Dipartimento per il Lavoro USA che hanno mostrato 175.000 nuovi posti di lavoro a febbraio, ben al di sopra del previsto aumento di 149.000 nuovi posti di lavoro.
I dati hanno fatto scendere i timori per i dati economici statunitensi piuttosto deboli dei mesi scorsi e hanno rafforzato le aspettative che la Federal Reserve continui gradualmente a ridurre il ritmo del suo programma di acquisti di bond; ciò ha pesato sul valore del dollaro.
Nel Regno Unito il Vice Governatore della Banca d’Inghilterra, Charles Bean, ha espresso il timore quest’oggi che un ulteriore apprezzamento della sterlina possa pesare sulla spinta attesa dall’export per la ripresa economica.
“Un ulteriore apprezzamento della sterlina, che è salita di circa il 10% in termini di scambio da marzo, non sarebbe utile nel bilanciamento verso l’export” ha dichiarato Bean.
La sterlina è scesa ai minimi di un mese contro l’euro, con EUR/GBP in salita dello 0,53% a 0,8345.
L’euro continua ad essere sostenuto dal calo delle aspettative di un ulteriore allentamento da parte della Banca Centrale Europea, in seguito alla decisione della scorsa settimana di mantenere la politica invariata.
La BCE ha lasciato il tasso di interesse di riferimento invariato allo 0,5% lo scorso giovedì, dichiarando che le condizioni economiche non supportano un ulteriore allentamento, nonostante le previsioni di inflazione nella zona euro.