Investing.com - Il dollaro resta in salita contro le altre principali valute questo lunedì, nonostante i dati deludenti sull’inflazione statunitense, mentre i timori politici in Europa pesano sulla moneta unica.
Il biglietto verde si è indebolito quando i dati di venerdì hanno mostrato che i prezzi al consumo statunitensi sono saliti meno del previsto a settembre, sia su base mensile che annuale.
Il report ha alimentato l’incertezza sulla possibilità che la Federal Reserve decida di alzare i tassi di interesse prima della fine dell’anno.
Ieri la Presidente della Fed Janet Yellen ha dichiarato che i policymaker presteranno particolare attenzione ai dati sull’inflazione nei prossimi mesi. Ha aggiunto inoltre che l’economia resta forte e che la forza del mercato del lavoro richiede dei continui aumenti graduali dei tassi di interesse nonostante l’inflazione debole.
Il cambio EUR/USD scende dello 0,30% a 1,1787 dopo che il Presidente catalano Carles Puigdemont non è riuscito a chiarire se ha dichiarato o meno l’indipendenza della regione in una lettera a Madrid.
La Spagna ha fissato una scadenza ad oggi perché Puigdemont chiarisca le sue intenzioni o vada incontro alla legge. Invece, il leader catalano ha chiesto delle trattative nei prossimi due mesi.
Intanto, la sterlina sale dello 0,11% a 1,3304, ancora supportata dalle voci della scorsa settimana secondo cui il Regno Unito potrebbe restare nell’Unione Europea per altri due anni.
Il cambio USD/JPY è stabile a 111,75, mentre la coppia USD/CHF è pressoché invariata a 0,9750.
Il dollaro australiano è debole, con la coppia AUD/USD in calo dello 0,24% a 0,7876, mentre il cambio NZD/USD va su dello 0,08% a 0,7190.
Il dollaro canadese scende, con la coppia USD/CAD in salita dello 0,19% a 1,2491.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,16% a 93,07 alle 05:20 ET (09:20 GMT).