Investing.com -- Dopo l’attacco che Hamas ha sferrato ad Israele dalla Striscia di Gaza, la banca centrale israeliana questa mattina ha dichiarato che venderà fino a 30 miliardi di dollari in valuta estera. La volontà del regolatore è quella di sostenere il valore dello shekel in seguito all'incertezza generatasi sui mercati a causa del conflitto.
Nel dettaglio, la banca centrale d’Israele, in un comunicato che annuncia il piano, ha affermato che "opererà sul mercato nel prossimo periodo al fine di moderare la volatilità del tasso di cambio dello shekel e di fornire la liquidità necessaria per il continuo e corretto funzionamento dei mercati", prima di aggiungere che fornirà anche liquidità aggiuntiva fino a 15 miliardi di dollari sul mercato.
La mossa arriva mentre nelle prime ore della mattina lo shekel è sceso fino a essere scambiato a 0,26 dollari ILS/USD, il valore minimo in quasi otto anni rispetto alla valuta americana.
Ma l’attacco di Hamas a Israele ha fatto correre anche il prezzo del petrolio. Il Wti Future Petrolio Greggio WTI alle 9 di mattina è in aumento del 3,67% a 85,84 dollari al barile, mentre il Brent Future Petrolio Brent sta salendo del 3,32% a 87,39. Allo stesso modo, le paure per l'escalation militare hanno fatto crescere il prezzo del gas che supera i 40 euro in avvio di contrattazioni. Ad Amsterdam le quotazioni salgono dell'8,3% a 41,40 euro al megawattora.
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In salita anche l’oro Future Oro a 1.865,60 dollari per oncia (+1,11%). In calo, invece, l’euro EUR/USD che rispetto al dollaro cede lo 0,43% a 1,054 che continua ad apprezzarsi. Mentre si scrive, la valuta americana Future Indice del Dollaro è in crescita dello 0,40% a 106,2.
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