WASHINGTON - Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato oggi dei dati che indicano un leggero indebolimento della posizione del dollaro statunitense come valuta di riserva primaria a livello mondiale. Secondo gli ultimi dati, la quota del dollaro nelle riserve delle banche centrali mondiali è scesa al 59,2%, segnando il livello più basso dall'ultimo trimestre dell'anno precedente, rispetto al 59,4% rivisto del secondo trimestre.
Anche l'euro, che è la seconda valuta più detenuta nelle riserve globali, ha registrato un calo marginale, con una quota appena inferiore al 20%. Nel frattempo, lo yen giapponese ha visto aumentare la sua quota al 5,5%. In particolare, si è registrato un aumento della quota aggregata di "altre valute" all'interno delle riserve delle banche centrali, che ha raggiunto quasi il 4%.
Sebbene si sia registrato un leggero arretramento rispetto alla posizione dominante del dollaro, altre valute significative come lo yuan cinese e la sterlina britannica non hanno registrato alcun cambiamento significativo nelle loro quote di riserva. Questo cambiamento nella composizione delle riserve valutarie ha potenziali implicazioni per gli interessi economici americani, ma non segnala ancora un allontanamento significativo dallo status di leader del dollaro.
I cambiamenti nella composizione delle riserve delle banche centrali sono spesso graduali e influenzati da vari fattori, tra cui le politiche economiche, la stabilità geopolitica e la liquidità del mercato. Le banche centrali di tutto il mondo detengono riserve in un mix di valute per sostenere la loro stabilità finanziaria e facilitare il commercio internazionale.
I dati odierni del FMI forniscono un'idea dei sottili cambiamenti nel modo in cui le banche centrali globali stanno diversificando le loro riserve tra le principali valute del mondo.
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