Investing.com - Il dollaro riduce le perdite e resta vicino al massimo di 14 anni contro le altre principali valute questo martedì, dopo i dati positivi statunitensi che hanno alimentato il clima di ottimismo per l’economia USA facendo sperare in un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.
Nel report del Dipartimento per il Commercio USA si legge che le vendite al dettaglio sono salite dello 0,8% ad ottobre, contro le aspettative di un aumento dello 0,6%.
Le vendite al dettaglio core, che escludono le vendite di automobili, sono aumentate dello 0,8% ad ottobre, più dello 0,5% previsto.
Inoltre, la Federal Reserve di New York ha reso noto che l’indice manifatturiero Empire State è schizzato a 1,50 a novembre da -6,80 del mese prima. Gli analisti avevano previsto un aumento a -2,50.
Il dollaro resta supportato dalle speranze che il possibile aumento della spesa pubblica e i tagli alle tasse sotto l’amministrazione Trump possano sostenere la crescita economica e l’inflazione.
Il cambio EUR/USD sale dello 0,11% a 1,0749, dopo essere salito al massimo di 1,0840 questa mattina, avvicinandosi al minimo di 10 mesi di 1,0706 registrato ieri.
Stamane, i dati preliminari hanno mostrato che il prodotto interno lordo in Germania è salito dello 0,2% nel terzo trimestre, deludendo le attese di un aumento dello 0,3%, in calo dallo 0,4% del trimestre precedente.
In un secondo report si legge che l’indice ZEW sul sentimento economico tedesco è balzato a 13,8 questo mese dalla lettura di ottobre di 6,2. Gli analisti avevano previsto un aumento a 8,1.
Intanto, il cambio GBP/USD scende dello 0,58% a 1,2423 dopo i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico secondo cui l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,1% ad ottobre, rispetto allo 0,3% previsto.
Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo ha segnato un aumento dello 0,9% il mese scorso, meno dell’1,1% previsto.
Il cambio USD/JPY è pressoché invariato a 108,45, poco meno del massimo di cinque mesi della seduta precedente di 108,55, mentre la coppia USD/CHF sale dello 0,27% a 1,0004.
Il dollaro australiano e quello neozelandese sono in calo, con la coppia AUD/USD giù dello 0,11% a 0,7547 ed il cambio NZD/USD che segna -0,20% a 0,7103.
Sempre questa mattina, i verbali del vertice di novembre della Reserve Bank of Australia hanno rivelato che l’inflazione dovrebbe tornare a livelli normali e che l’economia australiana arriverà vicino al potenziale nei prossimi trimestri, prima di segnare un’ulteriore ripresa.
Intanto, la coppia USD/CAD scende dello 0,24% a 1,3530, non lontano dal massimo di nove mesi di ieri di 1,3589.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 100,09, allontanandosi dal minimo della seduta di 99,48 e poco meno del massimo di 11 mesi di ieri.
Ieri, infatti, l’indice ha toccato il massimo di 100,21, un livello che non si registrava dal dicembre del 2015 e se superasse il massimo di 100,51 segnato nel dicembre 2015 toccherebbe il massimo dall’aprile del 2003.