Investing.com - I futures del petrolio greggio sono scesi nella mattinata di lunedì, vicini al livello più basso degli ultimi 4 mesi, con gli investitori che restano preoccupati dalle previsioni di crescita globale e dall’impatto sulla domanda futura di petrolio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a maggio sono stati scambiati a 87,76 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,2% sulla giornata.
Il contratto di maggio è rimasto nel range stretto tra 88,53 dollari al barile, il massimo giornaliero, ed il minimo della seduta di 87,75 dollari al barile. I prezzi Nymex sono scesi al minimo di 4 mesi di 85,60 dollari al barile il 18 aprile.
Il contratto di maggio scadrà alla fine della seduta odierna. La scadenza dei contratti spesso porta ad una volatilità della seduta, in quanto gli operatori dei mercati cercano di chiudere le posizioni o riposizionare i propri portafogli.
Intanto, il contratto più attivamente scambiato per giungo è sceso dello 0,2% a 88,09 dollari al barile.
I prezzi dell’oro sono andato sotto forte pressione nelle ultime sedute, con gli investitori che hanno abbandonato il mercato per via delle previsioni economiche poco floride per i principali consumatori di petrolio, USA e Cina.
I prezzi Nymex hanno perso quasi il 7%, vale a dire quasi 6,50 dollari al barile dall’11 aprile.
Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni di crescita globale per il 2013 al 3,3% dal 3,5% registrato precedentemente.
La previsione di crescita per la Cina è stata ridotta all’8% dall’8,2%, mentre le previsioni di crescita per gli USA sono state abbassate di 1,9% dal 2%.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a giugno sono scesi dello 0,4% a 99,27 dollari al barile, con lo spread tra i contratti brent e quelli del greggio a 11,18 dollari al barile.
I Brent si Londra sono scesi al minimo di nove mesi di 96,76 dollari al barile il 18 aprile.
Il prezzo del petrolio europeo è stato sotto pressione nelle recenti sedute, nei timori sulle previsioni di crescita nella zona euro.
Ieri il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che la zona euro resta un anello debole dell’economia globale. I 17 paesi della zona euro che utilizzano l’euro rappresentano circa il 12% della domanda globale.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a maggio sono stati scambiati a 87,76 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,2% sulla giornata.
Il contratto di maggio è rimasto nel range stretto tra 88,53 dollari al barile, il massimo giornaliero, ed il minimo della seduta di 87,75 dollari al barile. I prezzi Nymex sono scesi al minimo di 4 mesi di 85,60 dollari al barile il 18 aprile.
Il contratto di maggio scadrà alla fine della seduta odierna. La scadenza dei contratti spesso porta ad una volatilità della seduta, in quanto gli operatori dei mercati cercano di chiudere le posizioni o riposizionare i propri portafogli.
Intanto, il contratto più attivamente scambiato per giungo è sceso dello 0,2% a 88,09 dollari al barile.
I prezzi dell’oro sono andato sotto forte pressione nelle ultime sedute, con gli investitori che hanno abbandonato il mercato per via delle previsioni economiche poco floride per i principali consumatori di petrolio, USA e Cina.
I prezzi Nymex hanno perso quasi il 7%, vale a dire quasi 6,50 dollari al barile dall’11 aprile.
Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni di crescita globale per il 2013 al 3,3% dal 3,5% registrato precedentemente.
La previsione di crescita per la Cina è stata ridotta all’8% dall’8,2%, mentre le previsioni di crescita per gli USA sono state abbassate di 1,9% dal 2%.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a giugno sono scesi dello 0,4% a 99,27 dollari al barile, con lo spread tra i contratti brent e quelli del greggio a 11,18 dollari al barile.
I Brent si Londra sono scesi al minimo di nove mesi di 96,76 dollari al barile il 18 aprile.
Il prezzo del petrolio europeo è stato sotto pressione nelle recenti sedute, nei timori sulle previsioni di crescita nella zona euro.
Ieri il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che la zona euro resta un anello debole dell’economia globale. I 17 paesi della zona euro che utilizzano l’euro rappresentano circa il 12% della domanda globale.