Investing.com - Lo yen, tradizionale valuta rifugio, sale contro il dollaro questo lunedì, mentre gli investitori assimilano gli ultimi segnali di un rallentamento in Cina dopo i dati che hanno rivelato un calo della crescita del quarto trimestre.
I dati ufficiali mostrano che l’economia cinese è cresciuta al tasso annuo del 6,4% nel trimestre terminato a dicembre, in calo dal 6,5% del terzo trimestre. Si tratta del tasso di crescita più lento dalla crisi finanziaria globale ed ha rappresentato il terzo trimestre consecutivo di crescita rallentata.
I crescenti segnali di un indebolimento in Cina, che ha generato circa un terzo della crescita globale negli ultimi anni, alimentano le preoccupazioni per i rischi per l’economia globale.
Il dollaro scende contro lo yen, spesso considerato un rifugio dagli investitori nei periodi di incertezza sui mercati, con la coppia USD/JPY giù dello 0,18% a 109,56 alle 03:18 ET (08:18 GMT).
Il biglietto verde è rimbalzato di oltre l’1% contro lo yen la settimana scorsa, toccando il massimo di due settimane e mezzo di 109,88 venerdì.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,1% a 95,90 non lontano dal massimo di due settimane di venerdì di 96,05.
Le speranze di un disgelo delle tensioni commerciali USA-Cina, una Federal Reserve più cauta e l’ottimismo che il Regno Unito possa evitare la cosiddetta Brexit “senza accordo” sono tra i fattori che hanno incoraggiato il ritorno della propensione al rischio degli investitori, che si era congelata a dicembre quando le borse globali sono crollate.
“L’indice del dollaro è chiaramente in ripresa. La moneta è rimasta bloccata in un trend ribassista all’inizio di gennaio ma sta iniziando ad essere ricomprata contro i rivali come yen, euro, sterlina ed aussie”, afferma Junichi Ishikawa, esperto senior di strategie Forex di IG Securities a Tokyo.
“Se l’attuale propensione al rischio che supporta il dollaro potrà continuare, dipenderà da come saranno gli utili delle compagnie USA. Lo scontro riacceso tra Stati Uniti e Cina sulle questioni commerciali e la volatile politica statunitense continueranno ad essere i principali potenziali fattori di rischio”.
L’euro sale, con il cambio EUR/USD su dello 0,22% a 1,1384, staccandosi dal minimo di venerdì di 1,1352.
La sterlina rimane stabile, con la coppia GBP/USD a 1,2867.
La sterlina è schizzata al massimo di due mesi di 1,3001 giovedì nell’ottimismo che il Regno Unito possa evitare una Brexit senza accordo, ma ha dovuto affrontare le prese di profitto venerdì.
“La sterlina si trova ai livelli attuali in base alle supposizioni che sia stata evitata una Brexit senza accordo. Ma persino un’uscita con un accordo probabilmente comporterà dei danni per l’economia, quindi è difficile immaginare che la sterlina salga molto più di così”, afferma Koji Fukaya, presidente di FPG Securities a Tokyo.
Il Primo Ministro britannico Theresa May nel corso della giornata presenterà il suo nuovo piano. Durante la settimana i legislatori potranno proporre delle alternative. Discuteranno poi i piani il 29 gennaio e quando saranno votati si capirà se avranno l’appoggio della maggioranza.
Il dollaro australiano, considerato a volte un indicatore del sentimento sui commerci legati alla Cina, è pressoché invariato, con il cambio AUD/USD a 0,7166.
I mercati finanziari USA saranno chiusi oggi per la festa di Martin Luther King Jr.