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Ocse: il Pil rallenta nel 2 trimestre, Italia -0,3%

Pubblicato 28.08.2023, 15:24

Rallenta la crescita nel secondo trimestre 2023 nei Paesi Ocse: secondo le stime provvisorie diffuse dall'organizzazione, il Pil dei 38 Paesi Ocse è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, quando era salito dello 0,5%. Particolarmente negativo il dato dell’Italia che negli ultimi tre mesi ha registrato un calo del Pil pari al -0,3% rispetto al +0,6% dei tre mesi precedenti.

Una tendenza migliore, invece, è stata registrata nei Paesi del G7, dove la crescita del Pil ha raggiunto lo 0,5% nel secondo trimestre 2023, facendo meglio rispetto al +0,4% del primo trimestre.

Tuttavia, tra i G7 il quadro è variegato. Da un lato, la crescita del Pil è aumentata notevolmente in Giappone (+1,5% nel secondo trimestre 2023, rispetto allo 0,9% del precedente) e in Francia (+0,5% dal +0,1%). Anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito la crescita è accelerata, sebbene in modo più marginale (rispettivamente allo 0,6% e allo 0,2% nel secondo trimestre, rispetto allo 0,5% e allo 0,1% del primo). In Italia, invece, il Pil ha subito una contrazione nel secondo trimestre 2023 (meno 0,3%) dopo una crescita dello 0,6% nel primi tre mesi dell’anno. Anche in Canada la crescita è rallentata (allo 0,3% nel secondo trimestre, rispetto allo 0,8% del precedente). In Germania, invece, la crescita è stata piatta nel secondo trimestre, dopo la contrazione dei due trimestri precedenti.

L’Ocse fa sapere che diversi Paesi del G7 hanno anche pubblicato i motivi alla base delle variazioni del Pil. In Giappone, le esportazioni nette sono state il principale fattore di crescita, con un aumento del 3,2% delle esportazioni e un calo del 4,3% delle importazioni, mentre i consumi privati hanno subito una contrazione nel secondo trimestre (-0,5%).

Analogamente, in Francia le esportazioni nette hanno sostenuto la crescita mentre i consumi privati si sono contratti (-0,3%). Nel Regno Unito, invece, l'aumento della spesa privata e pubblica ha sostenuto la crescita, mentre le esportazioni nette hanno continuato a rappresentare un fattore frenante. Quest'ultima situazione si è verificata anche in Germania, con un calo delle esportazioni dell'1,1%.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, gli investimenti e i consumi privati hanno contribuito alla crescita del Pil, anche se questi ultimi sono rallentati significativamente (allo 0,4% nel secondo trimestre, rispetto all'1,0% del primo). Infine, secondo l'analisi preliminare diffusa dall'Italia, conclude il report dell’Ocse, la contrazione del Pil ha riflesso una riduzione della domanda interna (compresa la variazione delle scorte).

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