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Bce, Lagarde possibilista su primi tagli tassi a giugno. I commenti degli analisti

Pubblicato 26.01.2024, 08:49
© Reuters

Investing.com – Il Consiglio direttivo Bce nella riunione di ieri ha mantenuto i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%. Andiamo a scoprire cosa ne pensano gli analisti e come hanno interpretato le parole della presidente, Christine Lagarde, sulla decisione di politica monetaria presa dalla Banca centrale europea.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments

Come previsto, il comunicato stampa relativo alla politica monetaria ha rimarcato lo stesso statement “durata sufficientemente lunga” per descrivere i tassi attesi in un orizzonte temporale di mantenimento. La presidente Lagarde in una recente intervista aveva indicato la possibilità di un primo aggiustamento dei tassi a partire da giugno, tema ripreso anche oggi durante tutta la conferenza stampa, dove ha suggerito che fosse prematuro discutere di un allentamento. Tuttavia, l’evoluzione del trend dell’inflazione di fondo e alcuni rilevatori salariali indipendenti hanno consentito ai membri del comitato di acquisire maggiore fiducia nel fatto che l’attuale politica monetaria stia avendo l’effetto desiderato, aprendo la porta a un cambiamento di passo forse prima del previsto.

Manteniamo il sovrappeso sui titoli di Stato europei, privilegiandoli rispetto ai Gilt britannici.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte

Di seguito una sintesi dei principali temi toccati nel corso della riunione della BCE di oggi:

CRESCITA: i rischi rimangono al ribasso, malgrado i primi segnali di un possibile graduale recupero arrivati dai PMI.

PREZZI: rischi al rialzo principalmente dalla dinamica salari/margini di profitto, a cui si aggiungono i rischi geopolitici.

SALARI/MARGINI PROFITTO: su queste due variabili la Lagarde si è soffermata in modo esteso, sottolineando come gli indicatori sulla dinamica salariale si stiano stabilizzando.

o Sarà comunque importante monitorare il combinato disposto salari/margini di profitto: se le aziende assorbiranno il rialzo del costo del lavoro comprimendo i margini di profitto (quindi non trasferendo del tutto gli incrementi sui beni e servizi finali) allora l’impatto sull’inflazione sarà limitato.

Alla domanda del giornalista di Bloomberg se rimane l’impostazione di un primo taglio dei tassi probabile non prima dell’estate, la Lagarde ha dichiarato che rimane su questa posizione senza però mostrare una particolare enfasi sulle eccessive aspettative dei mercati su tagli anticipati già nel corso di questo semestre.

I toni meno incalzanti sulla necessità che i mercati riadeguino il timing del primo taglio dei tassi hanno riportato in auge le attese di partenza nella riunione di aprile, a cui ora viene attribuita una probabilità dell’80% (dal 65% pre-conferenza stampa).

IN SINTESI

L’ipotesi di trend calante dei tassi nell’anno rimane confermata, salvo temporanee fasi di rialzo (come potrebbe verificarsi ad esempio entro febbraio), guidate prevalentemente dai tassi Usa, dove il contesto macro presenta al momento un quadro più roseo, come evidenziato anche dal dato sul Pil del quarto trimestre.

Al momento lo scenario base rimane di partenza del primo taglio BCE a luglio, con eventuale anticipazione a giugno in termini di decisione concreta o preannuncio verbale della decisione a luglio.

Felix Feather, economista di abrdn

La decisione della BCE di mantenere i tassi invariati non sorprende. Sebbene non ancora in linea con le aspettative di mercato, che vedono imminente un rapido ciclo di tagli, la BCE ha adottato un tono leggermente più dovish. Il messaggio aggiornato ha riconosciuto la riduzione delle aspettative di inflazione, nonché il continuo rafforzamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria più restrittiva ai prezzi al consumo.

Anche se Lagarde si è rifiutata di esprimersi sulla possibilità di un taglio dei tassi in estate, riteniamo che i tagli siano effettivamente in arrivo. Quando avverranno non è ancora certo. Tuttavia, abbiamo ottenuto ulteriori indicazioni sui dati che gli investitori dovranno monitorare per anticipare la tempistica di un taglio dei tassi: oltre ai dati sull’inflazione, sarà fondamentale tenere d’occhio l’evoluzione dei dati tempestivi sulla crescita dei salari.

Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR

Al meeting di politica monetaria di oggi, la Bce ha deciso di non alzare i tassi di riferimento, dopo 450 bp complessivi di rialzi dall’inizio del ciclo di inasprimento di politica monetaria a luglio del 2022, tenendo quindi il deposit rate al 4%, il refinancing rate al 4.50% ed il marginal lending facility rate al 4.75%.

Il board riconosce che i tassi di riferimento hanno ormai raggiunto un livello che, se mantenuto sufficientemente a lungo, contribuirà a riportare l’inflazione al target del 2%, quindi senza la necessità di ulteriori rialzi. Tuttavia, il board della Bce non ha ancora iniziato a discutere dell'inizio del ciclo dei tagli e rimane legato a un approccio meeting by meeting e strettamente dipendente dai dati sia per determinare il livello dei tassi di riferimento sia la durata appropriati per riportare l’inflazione al target. Il tono della Bce rimane ancora cauto, ma credo sia rilevante il fatto che, sia nel comunicato stampa sia durante la conferenza stampa, abbia riconosciuto importanti progressi in termini di rallentamento dell'inflazione e stabilizzazione del mercato del lavoro.

La decisione è stata presa in un contesto di debole crescita economica in Area Euro, che probabilmente registrerà una stagnazione nell'ultimo trimestre del 2023. Anche se, guardando alcuni soft data, tipicamente previsionali, questi puntano nella direzione di una ripresa economica. La ripresa del potere d'acquisto dei consumatori, grazie alla crescita dei salari nominali accompagnata dalla riduzione del livello di inflazione, è vista come la principale fonte di ripresa economica nei prossimi trimestri. Il mercato del lavoro rimane forte, con il tasso di disoccupazione ai minimi e pressioni salariali al rialzo che, accompagnate da bassa produttività, spingono il costo unitario del lavoro al rialzo. Tuttavia, guardando ad alcuni dati più recenti è evidente che la domanda di lavoratori inizi a mostrare segni di riequilibrio e le pressioni salariali tendano a una stabilizzazione.

Guardando alla crescita dei prezzi al consumo, i più recenti dati di inflazione hanno confermato il trend di decrescita, l'effetto dei precedenti rialzi dei tassi di riferimento sta contribuendo all'inasprimento delle condizioni finanziarie e al contenimento della domanda. In questo contesto, le tensioni geopolitiche rappresentano il principale fattore di incertezza a livello globale, con effetti sulla fiducia dei consumatori e alterazione delle dinamiche di commercio internazionale.

Nonostante non ci siano stati cambiamenti significativi nella comunicazione della Bce, l'analisi degli sviluppi economici e i positivi progressi sia dal punto di inflazione sia dal punto di vista del mercato del lavoro, mostrano una Bce più "colomba". Infatti, l'analisi sui dati di inflazione e sul trend del mercato del lavoro riportata oggi durante la conferenza stampa indica un contesto in cui le pressioni al rialzo sulla crescita dei prezzi al consumo sono ora meno forti. Il mercato del lavoro, in particolare, recentemente era stato la principale fonte di preoccupazione per la Bce, e il fatto che si riconoscano segnali di rallentamento, riduce i rischi sull'outlook di inflazione.

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Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

La BCE mantiene invariati i tassi di interesse nell'Eurozona, al livello record del 4,50%. Una decisione in linea con le aspettative, ma che serve a ricordare che la prossima mossa della BCE non sarà una decisione semplice. L'economia dell'Eurozona rimane piuttosto debole, mentre l'inflazione, seppure in calo, si mantiene al di sopra dell'obiettivo. Il messaggio lanciato dalla BCE è stato cauto rispetto alle aspettative - più esuberanti - del mercato alla fine del 2023. Ci aspettiamo di vedere i tassi di riferimento iniziare a scendere verso la metà del 2024, ma molto dipenderà dall'andamento del contesto economico nei prossimi mesi.

Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM

Come ampiamente previsto, nella riunione di gennaio la BCE ha mantenuto invariati tutti e tre i tassi di riferimento. Il tasso sui depositi rimane quindi al 4% e viene mantenuto a questo livello dal settembre 2023. Condividiamo l'idea che, finché i tassi saranno mantenuti a livelli così restrittivi, la domanda interna resterà debole e l'inflazione (di base) continuerà a scendere. La riunione di oggi conferma la nostra tesi secondo cui i tagli sono in arrivo, probabilmente nel secondo trimestre (anche se Lagarde non si è giustamente espressa sulla tempistica precisa). Rimaniamo quindi costruttivi sulla duration core dell'area euro, con un trend di rialzo della curva.

La dichiarazione alla stampa è stata più breve delle precedenti e più o meno del tutto conforme alle aspettative. Non c'è stato nulla di significativo da segnalare. Inoltre, l'idea che la contrazione della domanda continuerà a pesare sull'inflazione è stata considerata alla stregua di una leggera correzione al ribasso. Il tono della Lagarde durante la conferenza stampa è apparso anche a conferma dell'idea che è una questione di quando, non di se, i tagli dei tassi arriveranno nel 2024. Pertanto, i risultati della riunione della BCE di gennaio non sono tali da modificare l'opinione che i tagli dei tassi siano all'orizzonte. Ciò si basa sul nostro scenario base, che prevede una prospettiva economica ancora debole e un'inflazione in calo rispetto alle previsioni.

Gli spread EGB rimangono resistenti, con i BTP-Bund a 10 anni a livelli relativamente stretti. La politica dei QT è stata comunicata in modo trasparente, con un'attuazione prevedibile. Anche l'offerta continua a essere assorbita bene. La riunione odierna della BCE non modifica l'opinione secondo cui fatichiamo a vedere catalizzatori negativi che provochino un allargamento significativo degli spread nel breve termine.

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Valentine Ainouz, Head of Fixed Income Strategy di Amundi Investment Institute

Nessuna grande sorpresa in questo comitato di politica monetaria, ma la conferma che il processo di disinflazione è all'opera:

Christine Lagarde ha riconosciuto gli sviluppi positivi sul fronte dell'inflazione. Anche l'inflazione sottostante sta scendendo più rapidamente di quanto la BCE si aspettasse. In effetti: la politica restrittiva sta contribuendo ad attenuare la crescita della domanda aggregata; il mercato del lavoro si sta raffreddando

Tuttavia, la BCE rimane cauta sul ritmo della disinflazione, soprattutto nel settore dei servizi. La BCE continuerà a monitorare l'evoluzione del mercato del lavoro, che si è dimostrato molto resiliente. La forte crescita dei salari e la produttività debole o addirittura in calo hanno portato a un forte aumento della crescita del costo unitario del lavoro. La BCE seguirà con attenzione i prossimi accordi salariali.

Le tensioni geopolitiche sono anche un rischio al rialzo per l'inflazione.

La nostra attenzione si concentra sul rischio di un eccessivo irrigidimento nell'Eurozona e sul fatto che la BCE sia ancora una volta in ritardo rispetto alla curva. La dicotomia tra Stati Uniti ed eurozona si sta ampliando.

La politica monetaria ha un impatto molto più rapido sull'economia dell'eurozona rispetto a quella degli Stati Uniti.

Il processo di disinflazione sembra più rapido nell'eurozona che negli Stati Uniti. Il tasso annualizzato di inflazione core a 6 mesi in euro è già vicino al 2%.

Potremmo aspettarci che la BCE cambi tono con un atteggiamento più “dovish” in marzo/aprile. Le proiezioni di marzo costituiranno "un grande insieme di informazioni".

Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia

La BCE ha lasciato invariati tutti i tassi d’interesse e il profilo/operatività del Quantitative Tightening derivante dalle operazioni di reinvestimento dei titoli in bilancio.

Non ci sono state grandi sorprese. La BCE sembra essere confortata dal fatto che l'inflazione si sta muovendo nella giusta direzione, ma nota che è necessario compiere ulteriori progressi prima di discutere di tagli.

Si è continuato a sottolineare la necessità di dipendere dai dati e di stabilizzare l'inflazione salariale.

Nel complesso, diremmo che il tono è stato dovish. Tuttavia, riteniamo che i tagli dei tassi previsti prima dell'estate siano probabilmente prematuri.

La reazione del mercato ha visto le curve dei titoli di Stato europei irripidirsi dopo la riunione. Al momento, i rendimenti dei bund tedeschi a 10 anni sono scesi di 5 punti base al 2,29% e i titoli italiani a 10 anni hanno superato le loro controparti tedesche con rendimenti inferiori di 7 punti base al 3,82%.

Gli operatori di mercato hanno anche aumentato le scommesse su un taglio dei tassi nella riunione di aprile, portandole a quasi il 70% dal 50% circa di ieri.

Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS

La Bce mantiene i tassi e la Lagarde ribadisce che è prematuro parlare di tagli dei tassi. Tuttavia, tutto il resto della riunione odierna è sembrato molto dovish, quindi è molto probabile che il mercato continuerà ad anticipare i tagli dei tassi già in primavera. Alcuni esempi di questo discorso "dovish" della Lagarde. Primo: è riconosciuto il progresso nella moderazione dell'inflazione di fondo. Secondo: si prevede una ripresa della crescita nell'Eurozona, ma si ribadisce che i rischi per l'attività sono al ribasso (con una maggiore tentazione, quindi, di iniziare presto a ridurre i tassi). Terzo: sono citati i segnali di moderazione salariale.

Quest’ultimo punto è particolarmente importante perché la forza della crescita salariale era una delle ragioni che la Bce utilizzava per cercare di dire che il mercato era troppo aggressivo nello scontare i tagli dei tassi. Se ora si riconosce che anche i salari si stanno muovendo nella giusta direzione, si ammette implicitamente che la probabilità che i tassi di interesse possano essere abbassati in tempi ragionevolmente brevi sta aumentando.

La mia interpretazione è questa: la Bce apre chiaramente la possibilità di iniziare a ridurre i tassi già ad aprile. Un'ottima notizia per gli asset di rischio: azioni, credito e valute, compresi i mercati emergenti. Detto questo, credo che alla fine i tassi scenderanno meno di quanto si pensi. Ma questo non sarà dovuto a qualcosa di negativo, bensì al fatto che la crescita economica potrebbe sorprendere in positivo. In tal caso, continuo a credere che gli asset di rischio faranno bene, anche se ritengo che dobbiamo rimanere cauti con il rischio di duration.

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